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Come da aspettattive la fusione fra ruggito intimidatorio e le interiora del loro capo spruzzata per l'ufficio in pochi istanti creò una certa sensazione di puro terrore. Terrore che poi venne raggiunto dal panico quando le due nuove "reclute" alzarono le armi verso i loro ex-compagni.
Ottimo.
- Come potete vedere... - sorrise Kaesar girandosi verso i suoi due uomini e appoggiando la Long Road sulla fronte del bandito che aveva gridato al traditore, - ... avete scelto la parte vincente. - e premette il grilletto, unendo la sua materia grigia alla stanza dipinta di rosso.
Ovviamente, i due sopravvissuti fissavano gli "eroi" con gambe tremanti.
- Voi due, con me. - disse poi facendo cenno alle reclute di tenerli sotto tiro.
Senza aggiungere altro prese per la testa quello che rimaneva del corpo del capo e cominciò a trascinare la carcassa lungo il corridoio.
Alcuni uomini, non appena visto il bianco, alzarono le armi in allarme ma non osarono altro quando dietro di lui apparvero il golia, i prigionieri e i suoi uomini. Presto da sorpresa i loro volti si trasformarono in confusione e si limitarono ad osservare, titubanti.
Dopo quella breve parata della morte Kaesar raggiunse una passarella che dava visione dell'intero magazzino... e degli uomini all'interno.
- APRITE BENE LE ORECCHIE, FECCIA! - gridò Kaesar a squarciagola, spaventando quelli che non l'avevano notato e intimidento quelli che lo stavano osservando da un po', - NON HO IDEA DEL CHI SIA QUESTO STRONZO, MA ORA E' MORTO. - lanciò giù il corpo del loro capo che, atterando di testa, esplose in un altro mix di sangue, ossa fratturate e cervella... tutto ben più che amplificato dall'eco del posto.
- SOTTO AI VOSTRI CULI HO UN ESERCITO CHE ASPETTANO CON ANSIA UN MIO SEGNALE PER USCIRE E RIEMPIRVI DI PIOMBO. - pausa drammatica, passata a fissare dall'alto in basso gli ultimi curiosi, - SOPRA DI VOI, ABBIAMO UCCISO IL VOSTRO CAPO E SOPPRESSO GLI ALTRI IN POCHI SECONDI E IL MIO AMICO QUI NON VEDE L'ORA DI FARE LO STESSO CON VOI. -
Ormai sotto di lui c'era una folla con il naso all'insù, catturati dalle sue parole e preoccupati della situazione.
- INUTILE DIRE CHE NON USCIRETE VIVI DA QUI SE MI FARETE GIRARE I COGLIONI. -
Mormorii confusi, spaventati, incerti si muovevano sotto di lui. Alcuni occhi erano puntati sulla carcassa di quello che fino a qualche minuto fa era il loro capo.
- TUTTAVIA SONO UN UOMO IMPEGNATO E NON HO TEMPO DA PERDERE, QUINDI ORA VI DARO' UNA SCELTA: DEPONETE LE ARMI E SOTTOMETTETEVI A ME, KAESAR, GIURANDO LEALTA' E VIVENDO UN ALTRO GIORNO DANDO PIU' SENSO ALLA VOSTRA VITA OPPURE SCEGLIETE LA MORTE ALIMENTANDO IL DIVERTIMENTO DEL MIO GOLIA E DELL'ESERCITO SOTTO DI VOI. -

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Arrivati a destinazione... fuffa.
Per un motivo o per l'altro quell'incredibile e geniale piano era saltato e ora tutti erano venuti alle armi.
Forse qualcuno in città aveva parlato? Tutto può essere, ma sopravvivere a quella situazione era ben più che importante.
It's showtime.
- PENSATE DAVVERO DI POTER UCCIDERE ME, KAESAR?! - ringhiò mostrando un dito medio mentre con l'altra mano metteva mano alla sua Long Road - QUANDO AVRO' FINITO CON VOI NON RIMARRA' NIENTE DA DISTRUGGERE PER I MIEI DIRIGIBILI IN ARRIVO!! VERGE, NON VOGLIO SOPRAVVISSUTI! -

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Era più divertente l'idea del fingersi prigionieri. Sai che faccia quando vede davanti a sé uno stronzo che da 0 diventa 100?
Ma la gente faceva storie e alla fine, per evitare un proiettile in faccia ai loro nuovi capi, la cosa passò con il fatto che Kaesar e Verge erano mercenari in cerca di una banda.
Kaesar sospirò, il divertimento mezzo rovinato, ma tutto sommato era un buon compromesso. Con delle mezze seghe come Slodagh, insistere e rischiare di farsi scoprire lo avrebbe fatto ammazzare.
Il problema però era il fatto che avevano tre stronzi a seguirli come "scorta". Cosa fare?
- Paura che vi rubiamo il lavoro, ragazze? - sorrise Kaesar guardando uno di loro, - Guardate che è solo un colloquio. E' davvero necessario che addirittura cinque gentiluomini accompagnino due uomini disarmati? - una pausa fatta per schernire seguita poi da una finta illuminazione, - Ah, ho capito! Forse volete dimostrare al capo che siete spaventati da noi e che c'è bisogno di una scorta... fossi voi, se volete tenere il lavoro e dimostrare che avete fegato, farei vedere un po' più di professionalità... -

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Uomini più armati e più numerosi? Da quando era un problema?
- Vivi? - disse Kaesar mettendo un braccio attorno a quello a cui gli aveva tirato una testata, il ghigno dietro la maschera, - Certo che vi lasceremo vivi, ma solo una volta che avrete dimostrato che non sarete una pigna nel culo ma un aiuto alla Wolfpack. Non volete morire? Allora combatterete per me. Da lì si potrà risolvere solo in due modi: o vinceremo e sarete liberi di andare, addirittura ricompensati dato che sono magnanimo, oppure morirete combattendo. Non volete combattere per me? Allora ci saranno sempre due soluzioni: vi tappiamo la bocca e vi spelliamo vivi qui oppure, se avete intenzione di fare il doppio gioco con me tradendomi all'ultimo, vi prometto che vi taglieremo prima le gambe e quando avremo ucciso tutto il resto, desidererete di morire mentre vi staccherò gli ossicini della mano con un coltello e ve li farò ingoiare uno ad uno infilandoli nella vostra trachea. Inoltre sono piuttosto espero nell'arte della medicina e vi posso assicurare che non farò fatica a tenervi sufficentemente vivi da poter essere coscienti mentre metto dentro di voi le ossa degli altri vostri compagni. Ragionevole come accordo, non pensate? -
L'enfasi del potere, l'uso di tale potere per incutere paura, l'odore di quell'istinto primordiale che costringere bastardi come loro ad assecondarlo come se fosse un Dio sceso in terra. Kaesar poteva sentirlo nell'aria e ne era totalmente assuefatto, ubriaco nella vista di uomini che si spezzavano arrendendo la propria volontà davanti al terrore. Mentre raccontava tutto questo, un ghigno da puro folle si era manifestato sul suo volto ed era perfettamente visibile nonostante la maschera che lo copriva.
- Ora. Potrei semplicemente salire di sopra con il mio commando di Lupi da Guerra e falciare ogni figlio di troia che incontriamo, ma spesso preferisco usare più stile. Fate caso che poi lì in mezzo ci siano anche dei vostri amici, non sia mai che ve li ammazziamo o peggio siate voi a farlo, no? Quindi ecco come funziona la mia richiesta: andrete di sopra, seguiti da noi. Ad un certo punto alcuni miei uomini rimarranno indietro, nascosti e pronti, e solo io e il mio amico grosso ti seguiremo. Direte che eravamo due poveri scemi che hanno provato a fare gli eroi ma hanno fallito e ci state portato dal vostro capo perché ci siamo lasciati sfuggire importanti informazioni che vorrà sentire. Andremo da lui, lo uccideremo e una volta tagliata la testa far arrendere il resto sarà altrettanto facile. Un piano rischioso, ma divertente. -
Qualcuno chiese per le armi, cosa ci inventeremo.
- Le armi le terranno i nostri due nuovi amici, sempre con la scusa che è tutta roba che il capo vorrà vedere, dite anche cazzate come "roba #R.O.O.T.". Per quanto riguarda la fiducia, nel caso le mie gentili parole che parlano di ricompense nel servirmi ed orribili morti nel non farlo... -
Kaesar si girò, assicurandosi di non farsi vedere dai due predoni e prese i suoi due filtri per la maschera a gas. Li avvolse nella carta, anche più volte, in modo che assomigliassero anche solo vagamente a scarse bombe fatte a mano. Una volta fatto, li infilò velocemente nelle tasche dei pantaloni dei predoni per poi guardarli mostrando il suo puntatore laser chiuso nella mano come se fosse un detonatore.
- Di certo non saranno sufficienti a far esplodere la stanza, ma sono abbastanza potenti da farvi saltare in aria le gambe e il vostro culo, tenendovi poi vivi per la mia delusione del vostro tradimento e ad un mondo di dolore. Quindi cerchiamo di mettere su una bella recita, che dite?-

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Okay, forse come esordio non era stato esattamente eroico ma l'importante erano i risultati, no?
Nonostante la breve e inutile scazzottata fra Kaesare e Slodagh contro altri due, fortunatamente l'incontro si concluse prima ancora di cominciare dopo che Verge ne sventrò uno ferendone gravemente un altro, seguito poi dagli altri suoi uomini che si impossessavano delle armi per poi puntarla contro gli indifesi predoni.
Non mi aspettavo niente di meno dal mio braccio armato, ma ora toccava a me.
- Okay, stronzi. - disse Kaesar tirando una testata al naso di quello con cui si stava scazzottando, per poi fissare gli altri due con un ghigno terrorizzante, - La farò breve: noi siamo solo l'avanguardia di un esercito più grosso e abbiamo il compito di uccidere più figli di puttana possibili prima che arrivi il resto dei nostri compagni a massacrare i sopravvissuti. -
Fece una pausa drammatica, il tempo di far assimilare agli altri due le sue parole mentre si portava sopra all'uomo gravemente ferito.
- Normalmente vi direi che siete spacciati, che nessuno di voi uscirà vivo da qui e che finito tutto noi danzeremo fra le vostra interiora. Ma oggi, fortunatamente per voi, mi sento magnanimo e vi farò una domanda seguita da una scelta. - estrasse quindi un coltello, infilandolo nella gola del ferito e affondandolo nel sangue color cremisi che stava uscendo da ogni poro del ferito, creando un terrorrizzato e affogato grido nel sangue. Un po' di quel sangue spruzza sulla maschera di Kaesar, ora voltata a fissare i due predoni rimasti, - A chi siete fedeli? -

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Non appena sentite le voci, Kaesar fece rapidi gesti ordinando a tutti di disporsi ai lati della porta formando due file indiane.
In altrettanti gesti, diede ordine prima a Fud di aprire la porta, poi a Verge di entrare seguito da Lupo, Kaesar e Slodagh per occuparsi della feccia il più rapidamente possibile senza sparare un singolo colpo. Alla peggio, Fud sarebbe rimasto indietro con il fucile estratto per sparare nel caso le cose fossero andate male.
"Quattro voci, quattro bersagli." Fece segno con le dita, "Verge mira a quelli con le armi da fuoco, gli altri prima provate a disarmare, poi uccidete."
Chiarito il concetto e tutti pronti a fare irruzione, Kaesar attese il momento in cui qualcuno esultò per ordinare a Fud di aprire la porta.
- Showtime. -

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A Kaesar non importò molto di quello che faceva Slodagh. Intuì che lo faceva più che altro per tentare di avere qualche mutazione... cosa che, in tutta onestà, Kaesar non avrebbe provato.
In ogni caso, dopo un po', arrivarono ad un bivio con pannelli e valvole più una gentile mappa delle tubature.
- Oltre il pannello. - dice Kaesar facendo un cenno di continuare ad avanzare, con sempre Fud e Lupo per primi e distanti qualche metro per consentire di avvertire pericoli o simili.

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Kaesar, riunitosi con i suoi compagni, trovò piacere nel vedere già pronti gli otto guerriglieri pronti a scacciare il male dalle loro terre.
- Andranno più che bene, ottimo lavoro. - disse annuendo con soddisfazione. Per lo meno non sarebbero sembrati contadini armati di forconi e torce.
Con il favore del buio, iniziò la spedizione degli Unidici e si avventurarono il più possibile vicino alla base dei predoni. Fortunatamente lo raggiunsero senza problemi, riuscendo poi ad appostarsi nella zona prefissata e spiare indisturbati.
Successivamente, dato il via libero, il gruppo raggiunse un tombino sufficientemente grande anche per Verge. Essendo chiusa con un lucchetto, Tink pensò fosse una cosa carina il fornire delle trochesi per aprirle. Peccato che però, nel momento stesso in cui le offrì, Verge già aveva spezzato le catene e aperto la via a mani nude.
- Grazie comunque. - disse Kaesar con un sorriso e passandola a Slodagh.
Scese prima Kaesar che, assicuratosi che non ci fossero problemi con la torcia, diede segnale agli altri di raggiungerlo. Diede poi l'ordine di richiudere la grata e coprirla con qualche maceria in modo da non dare sospetti e distribuì il gruppo:
Fud per primo con Lupo, i due avrebbero fatto da guide e avrebbero fatto da vedetta;
Verge per secondo, in modo da entrare in prima linea in caso di guai;
Kaesar per terzo con la mappa,
Gli otto in mezzo ed infine Slodagh a chiudere la formazione e coprire loro le spalle.
Ora non rimaneva che avanzare e raggiungere il sotto dei nemici il prima possibile...

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Prima di una battaglia o missioni pericolose spesso Kaesar preferiva passare qualche ora, in particolare di sera, a meditare.
Quasi tutti i suoi compagni si riposarono trovandosi a proprio agio nonostante la stanza concessa dal gentile Tink avesse solo polvere e muffa come materassi, abbelliti da sporcizia e marcio come decorazioni. E un specie di sedia colonizzata da parassiti, tanto per dare una stella in più al lusso dell'albergo.
Anche Kaesar decise di prendersi quei dieci minuti per riposarsi poi, trovando una scusa per stare solo, si alzò e fece un giro del piccolo insediamento.
Ovviamente non ci volle molto per visitarlo tutto, ma più che altro il bianco cercava un posto dove meditare.
Trovò infine una piccola montagnetta scorparsa da innumerevoli rifiuti che utilizzò per raggiungere la cima, guadagnando così un tramonto dell'insediamento, delle montagne attorno e, probabilmente dal contorno di un edificio sull'orizzonte, anche della base di predoni che stavano per attaccare.

Ormai... sono passati tre anni da quel giorno. Pensò con gli occhi puntati verso il rosso tramonto, intenti a studiare le linee delle montagne dietro cui il tiranno di fuoco del Nord si stava nascondendo.
Era inutile nascondere che la sua vita era divisa in tre capitoli: una infanzia senza ricordi, una gioventù fatta di preziose memorie e una adolescenza di malinconia.

Ora però, era tempo di decidere se siamo ancora al terzo capitolo oppure siamo passati al successivo... non pensi, socio?

Una lacrima gli rigò il volto, forse dovuta dall'intensità del sole, più probabilmente mentre ricordava che tutto ciò che l'ha cresciuto e lui ha amato gli è stato strappato di colpo dalle fiamme nere della Militia Salamander. Ma la cosa che più lo rattristava era il fatto che, nonostante tutto il bene che il Capitano Ace e le Wild Cards avessero fatto.... la differenza sia stata minima.
Per il Nuovo Mondo, la morte delle Wild Cards era soltanto l'ennesima banda mercenaria morta e seppellita, destinata ad essere dimenticata come lacrime nella pioggia.

Questa volta, sarà diverso. Prima non c'ero, non mi consideravi nemmeno. Ora mi stai ignorando, ma mi stai ascoltando e, lentamente, mi stai accettando, amico mio. Ti stai rendendo conto che solo IO posso fare la differenza.

Si asciugò la tristezza dal volto e pensò ai suoi ultimi due anni. Quante cose, quante persone e nemici incontrati.
I suoi pensieri andarono a quello stronzo di Kain, lo psicopatico Salice. Fu un incontro breve, rimasero insieme nemmeno un mese ma con loro riuscì a sbloccare un sentimento che si era negato dopo un intero anno di vagabondaggio: amicizia.

Poi, ancora una volta, il destino decise di prendere qualcosa a lui caro. Salice venne trovato accoltellato in un vicolo a Vorticum, Kain morì dopo avergli salvato la vita una seconda volta... costringendo Kaesar a non poter mai più ricambiare quei favori se non vendicandosi della Vedova Nera.
Incontrò poi Kuo con cui scoppiò una relazione che però venne presto annegata dalla cieca vendetta di Kaesar e della crazione della Wolfpack.
Ad essa poi si unirono, Sentenza e Verge, una che rifletteva tutto il bene di questo mondo e che faceva capire che c'era ancora qualcosa per cui combattere e l'altro una specie di fantasma che gli ricordava delle grandi imprese delle Wild Cards.
Kuo, Sentenza, Verge, Fud.... erano la sua nuova famiglia ora. E anche Kain e Salice lo sarebbero stati se fossero ancora in vita.

Ancora in vita, eh... Chissà cosa stanno facendo Sentenza e Kuo?

- Kaesar! - gridò qualcuno da sotto. E di colpo, il ragazzo si accorse che il tramonto era fuggito mentre era immerso nei suoi ricordi lasciandolo in mezzo ad un buio cielo stellato. Finalmente capì.
Si alzò, sistemando meglio l'equipaggiamento e fissò un ultima volta quel tramonto che se ne andava come il terzo capitolo della sua vita.
Il nuovo capitolo avrebbe parlato di amore, giustizia e vendetta. Avrebbe prottetto chi amava, portato giustizia agli ingiusti e cercato vendetta a tutti coloro che gli avrebbe impedito una delle due cose. A qualsiasi costo.

Un sorriso gli si dipinse in volto, uno soddisfatto. - Arrivo. -

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Finalmente la cosa volse a suo favore e ottenne dei volontari.
Carne da macello, vorrai dire.
Erano otto uomini. Di certo erano tutto tranne che formidabili e intimidatori, ma se la vita dava dei limoni si faceva della limonata dicevano.
Ora è più probabile che i limoni cerchino di mangiarti o che il loro succo ti avveleni. Ma la vita è bella perché è varia, no? E sti cazzi?
Riunì tutti in una stanza dietro alle cucine di Tink, il luogo dove Kaesar immaginò conservava qualsiasi cosa desse da mangiare ai suoi clienti. Difatti c'era un tanfo di carne e altri odori poco identificabili a regnare incontrastati.
Quattro e un golia attorno ad un tavolo, illuminate timidamente dalla lampadina appesa sopra di loro. Sul tavolo marcescente c'erano carte stropicciate e sporche, assieme a mani e unghie altrettante sporche.
- Il piano è semplice e non è nulla di diverso da quello riferito durante il discorso. - disse Kaesar grattandosi la testa, osservando e riosservando le carte fra cui una mappa disegnata alla benemeglio da parte di Tink, - Ci infiliamo fra queste rocce, piuttosto lontane dalla base se ho capito bene e aspettiamo che la pattuglia da saccheggio esca per fare le sue cose. - disse indicando lo scarabocchio delle rocce, - Successivamente, con il favore della notte, ci muoviamo dentro il tombino più vicino e scivoliamo sotto di loro. - appoggiò la matita, disegnando una linea che andava dal tombino fino al futuro impianto di depurazione, - Se le informazioni sono corrette avremo dalle 4-5 ore per ripulire la zona. Noi... - guardò Verge, Fud e Slodagh, - ... entreremo per primi e faremo più vittime possibili. Tu e i tuoi altri sette, al mio segnale, scatenate l'inferno. Schiacciata la resistenza, tendiamo una imboscata al convoglio in arrivo e li massacriamo. Dentro, uccidi, aspetta e uccidi. Vogliamo aggiungere altro? -