Prima di una battaglia o missioni pericolose spesso Kaesar preferiva passare qualche ora, in particolare di sera, a meditare.
Quasi tutti i suoi compagni si riposarono trovandosi a proprio agio nonostante la stanza concessa dal gentile Tink avesse solo polvere e muffa come materassi, abbelliti da sporcizia e marcio come decorazioni. E un specie di sedia colonizzata da parassiti, tanto per dare una stella in più al lusso dell'albergo.
Anche Kaesar decise di prendersi quei dieci minuti per riposarsi poi, trovando una scusa per stare solo, si alzò e fece un giro del piccolo insediamento.
Ovviamente non ci volle molto per visitarlo tutto, ma più che altro il bianco cercava un posto dove meditare.
Trovò infine una piccola montagnetta scorparsa da innumerevoli rifiuti che utilizzò per raggiungere la cima, guadagnando così un tramonto dell'insediamento, delle montagne attorno e, probabilmente dal contorno di un edificio sull'orizzonte, anche della base di predoni che stavano per attaccare.
Ormai... sono passati tre anni da quel giorno. Pensò con gli occhi puntati verso il rosso tramonto, intenti a studiare le linee delle montagne dietro cui il tiranno di fuoco del Nord si stava nascondendo.
Era inutile nascondere che la sua vita era divisa in tre capitoli: una infanzia senza ricordi, una gioventù fatta di preziose memorie e una adolescenza di malinconia.
Ora però, era tempo di decidere se siamo ancora al terzo capitolo oppure siamo passati al successivo... non pensi, socio?Una lacrima gli rigò il volto, forse dovuta dall'intensità del sole, più probabilmente mentre ricordava che tutto ciò che l'ha cresciuto e lui ha amato gli è stato strappato di colpo dalle fiamme nere della Militia Salamander. Ma la cosa che più lo rattristava era il fatto che, nonostante tutto il bene che il Capitano Ace e le Wild Cards avessero fatto.... la differenza sia stata minima.
Per il Nuovo Mondo, la morte delle Wild Cards era soltanto l'ennesima banda mercenaria morta e seppellita, destinata ad essere dimenticata come lacrime nella pioggia.
Questa volta, sarà diverso. Prima non c'ero, non mi consideravi nemmeno. Ora mi stai ignorando, ma mi stai ascoltando e, lentamente, mi stai accettando, amico mio. Ti stai rendendo conto che solo IO posso fare la differenza.Si asciugò la tristezza dal volto e pensò ai suoi ultimi due anni. Quante cose, quante persone e nemici incontrati.
I suoi pensieri andarono a quello stronzo di Kain, lo psicopatico Salice. Fu un incontro breve, rimasero insieme nemmeno un mese ma con loro riuscì a sbloccare un sentimento che si era negato dopo un intero anno di vagabondaggio: amicizia.
Poi, ancora una volta, il destino decise di prendere qualcosa a lui caro. Salice venne trovato accoltellato in un vicolo a Vorticum, Kain morì dopo avergli salvato la vita una seconda volta... costringendo Kaesar a non poter mai più ricambiare quei favori se non vendicandosi della Vedova Nera.
Incontrò poi Kuo con cui scoppiò una relazione che però venne presto annegata dalla cieca vendetta di Kaesar e della crazione della Wolfpack.
Ad essa poi si unirono, Sentenza e Verge, una che rifletteva tutto il bene di questo mondo e che faceva capire che c'era ancora qualcosa per cui combattere e l'altro una specie di fantasma che gli ricordava delle grandi imprese delle Wild Cards.
Kuo, Sentenza, Verge, Fud.... erano la sua nuova famiglia ora. E anche Kain e Salice lo sarebbero stati se fossero ancora in vita.
Ancora in vita, eh... Chissà cosa stanno facendo Sentenza e Kuo?- Kaesar! - gridò qualcuno da sotto. E di colpo, il ragazzo si accorse che il tramonto era fuggito mentre era immerso nei suoi ricordi lasciandolo in mezzo ad un buio cielo stellato. Finalmente capì.
Si alzò, sistemando meglio l'equipaggiamento e fissò un ultima volta quel tramonto che se ne andava come il terzo capitolo della sua vita.
Il nuovo capitolo avrebbe parlato di amore, giustizia e vendetta. Avrebbe prottetto chi amava, portato giustizia agli ingiusti e cercato vendetta a tutti coloro che gli avrebbe impedito una delle due cose. A qualsiasi costo.
Un sorriso gli si dipinse in volto, uno soddisfatto.
- Arrivo. - 
