Slodagh, il pestilente.

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  1. Zohgugh Grande Lama
     
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    La Prima Muta, L'Ultima Caduta
    Introduzione:
    Questa RAG parlerà di come Slodagh sia diventato un pazzoide ossessionato dalle radiazioni. Comincerò dal vecchio Slodagh che tutti prendevano in giro, per poi arrivare a parlare del nuovo Slodagh, pieno di convinzioni e alla ricerca di tutto ciò che il nuovo mondo ha da offrire.
    Tutto diviso in tre parti.

    Prima parte: Dalle Stalle Al Macello
    Slodagh il pestilente

    Scheda | Età: 28| Maestria: Catalizzatore di mutazioni| Dono: Cute serpentinea| Razza: Umano| PF 43/43 | Strategia: 36
    Narrato - Pensato - Parlato Slodagh - Parlato altrui maschile - Parlato altrui femminile

    Era un giorno come tanti in quel piccolo insediamento dove Slodagh viveva. Come ogni giorno, anche quel giorno, stava spalando letame in un porcile. Lavorava per conto di un vecchio che possedeva una stalla. Kolb, si chiamava. Era l'unico a trattare in modo decente quell'orrida creatura dalla pelle serpentinea. Slodagh iniziava sempre alle sette del mattino e finiva alle due del pomeriggio. Faceva solo una piccola pausa verso le dieci del mattino circa, perché a quell'ora erano soliti passare quattro uomini, sempre pronti a prenderlo per il culo solo per la sua pelle. Questo non lo sopportava, così si ritirava nel capanno, aspettando che si allontanassero del tutto.
    Una mattina però, non li notò arrivare. Loro ne approfittarono per coglierlo di soppiatto e gli diedero, con una spranga, una forte botta dietro la testa, tanto che si accasciò proprio in quel che stava spalando.
    Al suo risveglio non poteva far altro che piangere dinanzi ai suoi aggressori. Questi lo avevano portato fuori dall'insediamento e appeso ad un albero, aspettando che si riprendesse per continuare a bastonarlo.
    Dalle loro bocche venivano fuori crudeli parole che si fissavano nella mente di Slodgah per non andarsene più.
    Sei un mostro! Fai schifo! Tua madre si è fatta fottere da una lucertola, brutto bastardo? ...Non farti più vedere in giro, mi fai vomitare, mi rovini la giornata!
    Hey, ma se ti taglio l'uccello ti ricresce come la coda per le lucertole?
    E secondo voi quel coso ha pure un uccello? A che gli serve se non ha le palle? Guardate come piagnucola!
    Quella mattina lo avevano bastonato ore intere per poi lasciarlo lì appeso, senza vestiti, senza più fiato per piangere, pieno di rancore e solitudine.
    Erano passati due giorni e lui era ancora appeso a quell'albero. Affamato e assetato, stava per chiudere gli occhi e lasciarsi andare quando sentì una voce:
    Ma guarda che roba. Tirate giù quel salame e dategli degli stracci da mettersi addosso. Non mi va di vedere il salame appeso di un salame appeso. L'uomo si stava rivolgendo alle sue guardie personali.
    Grazie Signore. Slodagh non poteva che ringraziare per essere stato slegato dall'albero e per gli stracci che l'uomo gli aveva offerto.
    Ma quale grazie. Farai un lavoretto per me, ecco come mi ringrazierai. Che cosa sai fare? Chiedeva l'uomo paffuto al maltrattato.
    Nulla Signore. L'unico lavoro che ho fatto fino ad oggi è stato spalare letame. Rispondeva abbassando lo sguardo.
    L'uomo scoppiò in una grassa risata. Ecco perché ne sei ricoperto. Quanto puzzi. Dategli una ripulita, alloggerà in una delle nostre tende stanotte. Domani parleremo d'affari...emh...
    Slodagh!
    Slo.... Slogan.. ma che razza di nome è?... Avanti, segui Colin. Ti mostrerà la tua tenda.
    Ma.. voi chi siete? Quella domanda era venuta spontanea a Slodagh. Mai nessuno in vita sua lo aveva mai trattato in quel modo.. normale. Senza spaventarsi o insultarlo. Mai nessuno, oltre al vecchio Kolb.
    Ottima domanda Solbag. Sono Rainold McTornian e loro sono le mie guardie fidate. Sono un mercante come mio padre e suo padre prima di lui. Sempre stata una famiglia di mercanti. Mercanzie di ogni genere: Armi, viveri, vesti, cianfrusaglie di ogni tipo. Ma non è questo il momento. Su, va a riposare. Domani vedremo come potrai sdebitarti.
    Quella sera gli venne offerto cibo e acqua. Sapeva che anche di questi avrebbe dovuto sdebitarsi, ma almeno veniva trattato bene, tutto sommato.
    Trasporto in [P] Pistola di fortuna
     
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  2. Zohgugh Grande Lama
     
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    Seconda parte: Cambio di prospettiva.
    Slodagh il pestilente

    Scheda | Età: 28| Maestria: Catalizzatore di mutazioni| Dono: Cute serpentinea| Razza: Umano| PF 43/43 | Strategia: 36
    Narrato - Pensato - Parlato Slodagh - Parlato altrui maschile - Parlato altrui femminile

    Era ormai passata una settimana da quando Slodagh era stato trovato da Rainold. Inizialmente lavorava per sdebitarsi, ma gli piaceva, così decise di continuare a lavorare per lui. Erano mansioni alquanto semplici. Grazie a questo lavoro iniziava a sentirsi più sicuro di sé.
    Un giorno Rainold volle affidargli un compito più complesso ma molto importante.
    Slod. Vieni qui, devi fare una cosa per me.
    Il giovane gli si avvicinò di corsa. Voleva rendersi utile per quell'uomo che in un certo senso lo aveva salvato.
    Sono qui, cosa volete che faccia?
    Questa mattina è arrivata una lettera dal mio socio, deve darmi una cosa molto importante. Lui si trova proprio dove ci incontrammo la prima volta. Ho bisogno che tu vada da lui a prendere quella cosa per me. Ne io, ne lui possiamo muoverci adesso. Si chiama Danian, lo riconoscerai subito perché ha la pelle simile alla tua. Va da lui e digli che ti mando io. Ce la farai?
    Certo, lasciate fare a me. Rispondeva Slodagh.
    Prese le sue cose e cominciò ad incamminarsi verso quel posto che gli serbava solo brutti ricordi.
    Dopo due lunghi giorni di cammino, Slodagh raggiunse il luogo dove doveva trovarsi Danian. E lo aveva trovato. Ma mai si sarebbe aspettato di trovarlo morto. Danian e tutto il suo seguito erano stati fatti a pezzi, impiccati agli alberi... Slodagh era impietrito dinanzi a tale vista.
    Ci hanno attaccati.. Una voce bassa ed esausta proveniva da un carro, o meglio, da sotto un carro. Un uomo, col corpo schiacciato dal grande peso del carro, stava emettendo le sue ultime parole.
    Tre uomini del villaggio... hanno minacciato di chiamare i puristi se non ce ne fossimo andati... L'uomo veniva spesso interrotto da dei colpi di tosse che gli facevano sputare sangue.
    Pensavamo fosse solo... solo una minaccia a vuoto ma... Torna indietro. Avverti Rainold... Stanno andando da lui.
    L'uomo iniziava ad avere maggiori difficoltà nel parlare. Doveva prendere fiato tra una frase e l'altra..
    Hanno preso la strada secondaria per fargli un'imboscata. Se tu prendi quella più veloce.... dovresti arrivare in tempo...va...
    Slodagh iniziò a correre più veloce che potesse. Durante il viaggio non faceva altro che correre. Nemmeno si fermava a riposare, a stento riprendeva un po' di fiato.
    Era notte e nonostante il suo impegno nell'arrivare prima dei puristi.. era arrivato comunque troppo tardi. I puristi erano già lì e stavano massacrando tutti.
    Provò a combattere, ma era troppo debole per quella battaglia. Anche lui, come gli altri, venne abbattuto. Con le sue ultime forze strisciò verso il cadavere di Rainold per dirgli addio. Dopo il saluto, cadde in un sonno profondo.
    Il mattino seguente Slodagh aprì gli occhi. Era ancora vivo, le ferite sparite, ma a quale prezzo? Alzandosi, notò che a terra, di fianco a lui, c'era della pelle... la sua pelle. La sera prima era solo entrato in uno stato comatoso, l'inizio della muta. Quella sua pelle serpentinea era stata la sua salvezza in quella battaglia? Si, era così. Lui ne era convinto. Ed è proprio da quella convinzione che iniziò ad apprezzare quella pelle e non solo. Se questa lo aveva salvato, allora anche tutti gli altri doni che questo nuovo mondo ha da offrire non può fargli altro che bene. E' così che iniziò a pensarla.
    Non temere Rainold, ti vendicherò. Vendicherò tutti voi...
    Allargò le braccia volgendo i palmi delle mani verso l'alto..
    Vendicherò tutte le vittime dei puristi. In un mondo che non gli appartiene più, non possono averla vinta! QUESTO MONDO APPARTIENE A NOI MUTANTI. A NOI, FIGLI DEL NUOVO MONDO!!!
    In quel momento aveva trovato lo scopo della sua vita. Si voltò e cominciò a camminare verso quel villaggio. Dove tutto ha avuto inizio.
    La vista di tutte quelle morti lo aveva segnato. La morte lo aveva cambiato. La morte, lo aveva portato alla sua prima muta.
    Trasporto in [P] Pistola di fortuna
     
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  3. Zohgugh Grande Lama
     
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    Terza parte: Il veleno del serpente.
    Slodagh il pestilente

    Scheda | Età: 28| Maestria: Catalizzatore di mutazioni| Dono: Cute serpentinea| Razza: Umano| PF 43/43 | Strategia: 36
    Narrato - Pensato - Parlato Slodagh - Parlato altrui maschile - Parlato altrui femminile

    Slodagh, dopo un lungo cammino, giunse nuovamente in quel misero villaggio. Un solo obiettivo nella sua mente. Certo, tutti lì lo presero in giro, ma solo tre si spinsero oltre. E solo loro potevano aver chiamato i puristi. Quei tre furono responsabili di tante morti anche se non in modo diretto.
    Si recò all'albero dove venne appeso e legò ad esso tre cappi. Comprò un accendino e tre bottiglie di alcolici. Si strappò, dai vestiti, tre pezzi di stoffa e li mise per metà nelle bottiglie di alcol. Poi attese la notte. Recuperò una pala e tanto fieno dal porcile dove lavorava e si diresse a casa del primo carnefice.
    Ricoprì l'abitazione di fieno, accese il pezzo di stoffa che usciva dal beccuccio della bottiglia e la lanciò contro la casetta.
    Questi fu costretto ad uscire dalla sua baracca quando prese fuoco per mano di Slodagh. Una volta fuori trovò, ad aspettarlo, un bel colpo di pala ben assestato.
    Così fece anche con gli altri due. Si mosse rapido. Ma uno di loro aveva una donna e due bambini. Slodagh ne rimase stupito quando li vide. Ma fecero comunque la stessa fine.
    Oh beh. Mi serviranno altri tre cappi.
    ... ... ...
    ... ...
    ...
    Quando il sole tornò ad affacciarsi su quel villaggio, le vittime del serpente erano tutte appese allo stesso albero per le mani.
    Solo dopo aver realizzato bene la situazione cominciarono ad insultarlo, mentre i bambini piangevano.
    Se questo è uno scherzo, non è divertente. Mettici giù, lurido rettile.

    Lascia stare i miei figli, bastardo! Prenditela con uno della tua stazza!
    Basta così, smettetela di strillare. Non servirà a niente. Non ho tempo di stare ad ascoltarvi. Presto arriverà qualcuno a cercarvi, quindi mi devo sbrigare.
    Avvicinandosi all'albero, tirò fuori dalla tasca un lungo coltello.
    Inizierò dai bambini. Due piccole creature partorite da due menti crudeli. E siccome "tale padre tale figlio", non vogliamo che diventi come il padre. E comunque non vorrei mai che possa arrivare da me un giorno dicendo: "Ti ricordi di me? Hai ucciso mio padre." e zac.... un bel colpo inaspettato mi lascerebbe stecchito.
    Nel finire la frase piantò la lama nel petto del bambino e la tirò giù con forza. Lo aprì dal petto all'inguine, tanto che gli organi interni iniziarono a cadere ai piedi dell' assassino. Le urla dei genitori, come quelle del fratello e degli altri due uomini, furono così forti, piene di dolore, strazianti. L'altro bambino fece la stessa fine. Poi toccò alla madre.
    Sapete.. Io non ho figli. Come si fanno i figli? Per fare questi due, per esempio. Hai messo il tuo.. chiamiamolo... Intanto strappò via i vestiti alla donna.
    Lama! Chiamiamolo lama. Hai infilato la tua lama qui? Per questo ha un buco? Disse indicando la vagina della donna. Ovviamente lui sapeva come si faceva.. Ma fu tutta una sceneggiata per...
    Posso farlo anche io? Per imparare sai. Allora, devo infilare qui la mia lama... così?
    Infilò la lama del coltello nella vagina della donna e lo mosse su e giù finché la donna non morì dissanguata.
    I tre uomini non ebbero più nemmeno fiato per urlare. Dinanzi a quelle scene rimasero impietriti.
    Non ha partorito però.. Ha solo sanguinato.. Oh aspetta. Forse il bambino è nella pancia!
    La voce di Slodagh era la stessa di uno psicopatico. Squarciò anche la pancia della donna e con le mani le strappò via tutti gli organi interni.
    Niente piccolo. Peccato, avrei voluto sapere se nasceva con la pelle uguale alla mia. Poco importa.
    Uccidimi.. Disse il padre dei bambini con un cenno di voce.
    Come? Non ho capito.
    UCCIDIMIII!!! Ripeté l'uomo gridando.
    Ma come.. di già? Non vuoi prima punzecchiarmi con un bastone? Oooohbeh Lo faccio io a te allora.
    Trafisse più volte le gambe dell'uomo con il coltello, ma non lo uccise ancora. Prima eliminò gli altri due, perché lui doveva soffrire ancora per la perdita della famiglia. Prima di eliminarlo gli chiese...
    Allora.. come ci si sente ad aver perso qualcuno? Per me quel mercante era come un padre. Eravamo una grande famiglia e voi me l'avete portata via. Così io ho portato via la tua. Ma a differenza di te, ho avuto le palle per eliminarvi personalmente. A proposito di palle. Com'è un senza palle sotto?
    Gli abbassò i pantaloni e con un taglio nettò gli tolse l'apparato.
    Che schifo.. Ma tranquillo, tua moglie non se ne accorgerà, tanto era piccolo. E comunque è morta. Ma non temere. Stai per raggiungerla
    Così lo finì e se ne andò, lasciando un'enorme pozza di sangue a dissetare quell'albero marchiato dalla morte.
    Trasporto in [P] Pistola di fortuna
     
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    Hai dei buoni presupposti per essere un vero psicopatico. Sul serio.
    Ma la cosa buona è che a noi di Nameless piacciono i deviati!
    Ti assegno 14 PC , fanne buon uso e non spenderli tutti in perversioni.
     
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3 replies since 14/10/2017, 22:32   129 views
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