[RAG] Famiglia

Rag Flashback di Jurgen K

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    Jurgen K

    Scheda | Età: 30 | Maestria: Segugio | Dono: | Razza: Uomo| PF 33/33 | Strategia: 44
    “Basta, non è possibile! Ogni mese è la stessa fottutissima storia. Questi fanno quel cazzo che vogliono e tu non muovi un dito! E se un giorno ti dicessero che vogliono la nostra casa? Cosa faresti, gli consegneresti le chiavi? “

    Da diversi mesi ormai la cena, l’unico momento di tranquillità della giornata, quando tutta la famiglia, quella rimasta, era riunita, si era tramutata in un luogo di scontro. E la colpa era mia e del mio vizio di bere qualche bicchierino di troppo. Non sono mai andato d’accordo con l’alcol. Mi ha fatto sempre perdere il controllo, molto più di quanto capita normalmente.
    “Devi darti una svegliata padre!!Non puoi permettere che questi vengano ogni mese nella nostra casa a prendere i nostri maiali! Sono stanco di essere minacciato a casa nostra e di pagare con i frutti del nostro lavoro. Non è giusto, cazzo!!”

    Ormai la situazione era diventata insostenibile, almeno per me. Questo gruppo di 4 stronzi che si fanno chiamare i BBoys sono comparsi dal nulla 8 mesi fa pretendendo che li pagassimo ogni mese con alcuni dei nostri maiali. In cambio loro si sarebbero assicurati che non ci sarebbe capitato nulla di brutto. La prima volta che sono arrivati, se non fosse stato per mio fratello e mio padre che mi hanno trattenuto, probabilmente sarei saltato al collo a Zofer, il loro capo, e sicuramente sarei morto dato che ero disarmato.
    “Jurgen, figlio mio. Tu devi capire una cosa importante se vuoi arrivare alla mia età, con magari anche dei figli. Purtroppo la natura umana si è imbarbarita e ci stiamo lentamente trasformando in bestie dove il cane grosso mangia il cane piccolo. Cosa dovrei fare secondo te? Mettermi a fare il duro con il rischio che vi facciano del male? Tua madre non me lo perdonerebbe mai”
    “Lascia fuori la mamma da questa storia. Se lei fosse ancora viva, avrebbe già imbracciato quel fottuto fucile appeso alla parete e gli avrebbe fatto il culo, o almeno ci avrebbe provato”

    Sempre la solita scusa, mio padre ogni volta che lo incalzo si protegge dietro alla nostra incolumità, mia e di Joshua, che deve aver preso il carattere di papà visto che la pensa come lui. “Papà ha ragione, Jurgen. Neanche a me piace l’idea ma non abbiamo le forze per far qualcosa.”
    “Forze? Non abbiamo le forze?? ...Non avete le palle, ecco dove sta il problema!!” …Sblamm…la porta sbatte dietro di me mentre lascio la stanza…sono troppo incazzato per continuare a discutere, devo sbollire la rabbia e l’ebbrezza dell’alcol, quale posto migliore se non tra le rocce del freddo deserto che circonda la nostra casa?
    "Se mamma fosse ancora viva non saremmo a questo punto." Avevo 6 anni quando morì, mi ricordo poco di lei, ma quel poco è sufficiente a darmi la convinzione che avrebbe studiato qualcosa per uscire da questa situazione, lei non era il tipo da farsi mettere i piedi in testa. Era d’accordo con mio padre sul fatto che l’umanità stava precipitando verso l'abisso ma, al contrario di lui, ha sempre cercato di far qualcosa, nel suo piccolo, per raddrizzare le cose. “Sii rispettoso degli altri - diceva - ma non porgere mai l’altra guancia. Se ti danno uno schiaffo, devi rispondere. E se lo danno a qualcuno che non può difendersi, tu rispondi con due: uno per pareggiare i conti e uno di lezione”

    La voce di mio fratello mi riporta alla realtà, la sua sagoma si staglia di fronte alle deboli luci della casa “Jurgen, sono 8 mesi che quando mancano un paio di giorni ti incazzi per questa storia. Ormai sai com’è nostro padre e non puoi dargli tutte le colpe. Davvero! Come credi di reagire con un solo fucile e un paio di coltelli?”
    “Hai ragione, fratello, quando dici che non abbiamo le risorse ma è ora di darsi una mossa per trovarle. I Bboys arriveranno domani sera, sarò di ritorno per quel momento e in un modo o nell’altro la farò finita”




    Vecchio Fucile [P]


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    Jurgen K

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    Camminare nel fresco della sera è sempre stato un ottimo modo per calmarmi, soprattutto quando sbotto con i miei cari. Conosco bene le terre che mi stanno intorno, vi ho trascorso giornate intere, ho imparato a conoscere i segni che i viandanti lasciano quando disturbano le lande durante il loro passaggio e non c’è pericolo sulla la strada che mi separa dal mio obbiettivo, Lonetown, un insediamento di 500 anime al limitare della Costa Arida e che ospita una guarnigione di guardie. "Devo assolutamente parlare con il comandante. Loro sono l’unica risorsa che potrebbe venirci in soccorso. Mantengono la legge in città, dovranno fare lo stesso anche con le zone circostanti." Nonostante la scarsa luce della luna, trovo senza grosse difficoltà i segni dei veicoli che passano sulla vicina via carovaniera e prendo la strada per l’avamposto che dista poche ore di cammino. “Sono certo che mi aiuteranno! D'altronde una parte dei nostri maiali finisce anche sulle loro tavole.”

    -------------------------



    Con alle spalle un paio di ore di sonno in attesa che si aprissero le porte dell’avamposto, mi ritrovo da ore in questa specie di sala d’aspetto attendendo di poter parlare con il comandante. Sedie rotte e scarafaggi grossi come una noce sono la mia unica compagnia, a parte qualche tizio in divisa che entra ed esce. L'adrenalina che mi ha accompagnato tutta notte per la grande iniziativa che, ai miei occhi, sto prendendo, sta lasciando spazio ad diversi dubbi: ho il sentore che mi stiano prendendo in giro. Già il sorrisino comparso sul viso della guarda all'ingresso a cui spiegavo il motivo della mia visita mi aveva messo un po' in allarme; ora, ad ogni minuto che passa, sento sempre di più odore di inculata e non ho tempo da perdere. Inoltre la mattinata avanza e con essa il calore, e i primi rigagnoli di sudore che mi scendono sulla schiena non stanno migliorando il mio umore.
    “Puoi entrare, ragazzo.”
    L’interno dell’ufficio è un casino. Cartocci di cibo sparsi per terra, bottiglie vuote e fogli calpestati ovunque: di certo il primo impatto non è dei migliori…il secondo è ancora peggio. Dietro una scrivania di metallo sgangherato un tizio è svaccato su una sedia, la sua pancia straborda da una vecchia camicia sgualcita e i suoi occhi mi guardano incassati in una faccia da luna piena tutta arrossata. “Allora ragazzo, dimmi. Che tipo di denuncia devi fare?”
    Balbetto qualche parola di scuse per il disturbo, è la prima volta nei miei 20 anni di vita che parlo con qualcuno che, ai miei occhi, è un’autentica autorità, o almeno dovrebbe esserlo, e gli descrivo i problemi con i BBoys.
    Durante il mio racconto il tizio non fa una piega, speravo in un po' di sdegno o disapprovazione, il nulla. “Senti ragazzo, capisco che possa essere fastidiosa tutta questa situazione, ma cosa ti aspetti esattamente da me? Io e i miei uomini abbiamo il compito di controllare che in questa buco non scoppi qualche casino, non mi posso permettere di pattugliare anche il deserto qua intorno. Questi BBoys li conosco di nome ma non stanno in città, quindi non è un problema mio.”
    Lo sapevo, eccola l’inculata. Il tizio ha proprio l’aria di non alzare il culo dalla sedia per sistemare questa porcilaia di ufficio, figurarsi per uscire dalla città. Capisco subito che il contegno che mi ero imposto di mantenere se ne sta andando a puttane e difatti la mia mano si abbatte contro il tavolo mettendo in crisi la sua fragile struttura
    “Come può dire che non c’entrano con lei? Assieme ai suoi uomini rappresenta la legge di tutta questa zona, o il vostro principio di legge finisce ai piedi delle vostre mura? E tutti i poveracci che stanno fuori, cazzi loro?” Dovrei essere più moderato ma faccio davvero fatica a contenermi di fronte a questo menefreghismo, soprattutto da uno che dovrebbe far rispettare la legge. Non mandare tutto all’aria!! Dopo un profondo respiro e prima che lui decida di incarcerarmi “Mi scusi, non volevo essere così brusco ma ci deve essere qualcosa che si possa fare! La veda così, se si occupa oggi dei BBoys, che per voi è sicuramente uno sforzo relativo, non dovrà occuparsene domani quando verranno a bussare alle porte della città, e prima o poi verranno. Inoltre -facendo leva sul suo chiaro apprezzamento alla buona tavola - i maiali che portano via a noi riducono il numero di maiali che portiamo in città. Mio padre Tobias potrebbe portare qualcosa di speciale appositamente per lei la prossima volta, che ne dice?!?” Sto cercando di corromperlo con del cibo, in che schifo ci siamo ridotti, ma non ho tempo per andare troppo per il sottile.
    Il comandante inizia a guardarmi in modo strano, non so che cosa sia scattato con questo mio piccolo escamotage, ma il ghigno che gli compare tra le guance sudate è di quelli che nascono quando qualcuno ha un problema e ha trovato una soluzione. “Tu sei il figlio di Tobias? Mmhh… - da come mi guarda sembra mi stia facendo una radiografia - Facciamo così: io non posso aiutarti ma so di qualcuno che potrebbe farlo. Vai al Kittye’s Bar e chiedi di Simmons. E’ il capo dei GnS, una banda che di solito scorrazza per il Red Cheper ma attualmente sono in città. Sono certo che, ehm, riuscirai a risvegliare il suo interesse”





    Vecchio Fucile [P]


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    Jurgen K

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    Il Ketty’s Bar? Un postaccio! Non ci sono mai stato ma lo conosco di fama. Ora scoprirò se è meritata
    Appena lasciato l’ufficio del comandante mi intrufolo nelle vie semi deserte del avamposto. Il sole è già alto nel cielo, la pelle brucia, non è un buon momento per le passeggiate ma per fortuna diverse vie sono coperte da alcune vele che creano un po’ di ombra. Cammino continuando a pensare che forse sto facendo una cazzata. Mettermi in mano ad una banda per liberarmi di un'altra banda mi sembra un po' chiedere ad un verme del deserto di liberarmi di un luredom, ma non vedo altre soluzioni. Senza rendermene conto mi trovo di fronte all’ingresso del Ketty’s, una struttura a ferro di cavallo in lamiera e legno il cui ingresso è composto dai resti di un portone rosicchiato dalle tarme e che dà su uno spazio aperto. Sotto la copertura delle solite tende, il cui colore originale è ormai indefinibile, sono disposti diversi tavoli occupati da gente con una faccia che è tutto un programma. Cicatrici, denti scheggiati e sorrisi sghembi mi danno il benvenuto mentre mi avvicino con una titubanza piuttosto evidente verso il bancone, l’unica parte del luogo che sembra estendersi dentro un edificio.
    “Mi scusi, sto cercando il Sig Simmons”
    Un tizio di un’età indefinita e del tutto anonimo se non fosse che ha tre braccia, due impegnate a pulire un boccale ed il terzo a versare un liquido scuro da una bottiglia, mi guarda con uno sguardo che mi gela per un secondo per poi scoppiare in una fragorosa risata.
    “Chi stai cercando? Il SIG. Simmons?!? L’ho sentito chiamare in molti modi ma mai Signore..ah ah ah!”
    Tu non hai la faccia del figlio di puttana, cosa hai da spartire con Simmons?” Non mi va di spiattellare le mie cose ad un barista, da quanto ne posso sapere però potrebbe essere un primo step da superare “Ho un problema da risolvere e spero il Sig. Simmons sia la soluzione”
    “Mmpf…lo trovi in quella nicchia ma se vuoi un consiglio, cercherei altre soluzioni ai tuoi problemi”
    Tra qualche protesta del barista afferro il bicchiere che stava versando e lo butto giù in un sorso. Mi serve una piccola carica prima di mettermi in gioco. Cazzo se è forte. Non ho idea di cosa sia ma il liquido scivola come olio bollente nel mio stomaco. Lascio i bonin sul bancone e mi avvicino alla nicchia indicata dal mutante senza prestare attenzione né al suo consiglio, né ad una seconda voce che sembra rivolgersi a me; quello che vedo infatti mi lascia piuttosto perplesso. Un uomo di circa 45 anni, rasato, con un paio di occhiali da vista arrugginiti e vestito di un completo di cuoio nero quasi, direi, elegante è seduto in una specie di poltrona bucherellata da chissà quali insetti ed è intento a leggere un libro. C’è dell’altro però, qualcosa che…una improvvisa fitta di dolore allo stomaco “Alora stronzletto, no ascolta quando dico?? Simmons non disturbato!!”
    Neanche il tempo di dire qualcosa che un altro dolore improvviso mi esplode nelle tempie, dove si stampa un cazzotto di un energumeno e che mi butta a terra. Sento la testa umida e sono quasi certo non sia sudore. Mi gira tutto e ci metto alcuni secondi a schiarirmi le idee. E adesso cazzo faccio? Se mi muovo sono certo me ne arriveranno altri, ma non posso neanche andarmene. Faccio per alzarmi quando vedo il suo pugno arrivare dritto sulla mia faccia. Questo che arriva è violento, non come gli altri due che ho appena preso, mi sarebbe più semplice fermare uno staver in corsa.
    “Fermo! Con tutto questo trambusto mi hai fatto perdere il filo.”
    L’uomo di nome Simmons posa il libro sulle ginocchia e mi fissa in un modo simile al comandante delle guardie, anche se più intensamente. Se prima ero sottoposto ad una radiografia, ora il suo sguardo mi sta rivoltando come un calzino. Non posso far altro che sostenere il suo sguardo, devo mostrarmi deciso, e poi nel suo volto c’è un qualcosa di familiare che non riesco ad identificare.
    “Allora ragazzo, stavo leggendo una bella storia e tu mi hai interrotto. Ora devi rimediare raccontandomene una tu, e fai che sia interessante”
    Così feci; seduto per terra gli raccontai tutto cercando di abbellirla e da renderla avvincente. Andai anche oltre, gli raccontai delle discussioni familiari che questa situazione stava creando. Non so perché ma quella sensazione di familiarità aumentava più lo guardavo e raccontargli cose personali mi sembrava quasi normale.
    “Questo è il motivo per cui sono qui. Io la mia famiglia abbiamo bisogno di una mano”
    All’inizio fu come un basso rantolio, poi pian piano si trasformò in una grassa risata” Cazzo ragazzo, devi essere proprio ingenuo o disperato. Sai che potrei accettare, venire a casa tua e portarti via tutto facendoti rimpiangere i BBoys?…Ma non lo farò, cioè non ti porterò via tutto! Ah Ah Ah!!
    Ma perché sei venuto da me, ti sembriamo una banda di giustizieri?

    "Onestamente no, io sono stato prima dal comandante delle guardie ma non vuole aiutarmi e mi ha mandato qui."
    "Il ciccione figlio di puttana è furbo! Fa fare agli altri quello che dovrebbe fare lui. E casualmente ci vuole mandare via proprio il giorno in cui arriva il suo carico. Non vi sembra una coincidenza ragazzi? - rivolgendosi ai sui suoi uomini che annuiscono – No, lo stronzo ha mangiato la foglia o comunque sospetta qualcosa"
    "Mangiare la foglia? Carico?"
    "Tranquillo ragazzo, non è affar tuo. Ti darò una mano, mi piacciono i ragazzi intraprendenti e poi ci metteremo attorno ad un tavolo e parleremo del pagamento, d’accordo? Con il ciccione ci metteremo a posto un’altra volta."






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    La polvere si alza a mulinelli al nostro passaggio, un’auto e un affare che chiamano buggy corrono lungo la Via 00, corrono verso casa mia. Seduto dietro assieme all’energumeno che mi aveva pestato, continuo a chiedermi se ho fatto la cosa giusta ad accettare. E’ vero, ha detto che mi avrebbe aiutato e poi avremmo parlato di un pagamento equo e una parte di me si fida di questo uomo conosciuto poche ore fa. Il modo in cui si muove, il modo in cui a volte mi guarda, sembra che anche lui veda in me qualcosa. Ma ci deve essere dell’altro! Alla fine però potrebbe essere un semplice predone come un altro e questa si potrebbe dimostrare la peggior scelta della mia vita, nonché l’ultima. La strada di terra battuta fila via veloce sotto le nostre ruote ma siamo partiti tardi e difatti arriviamo in vista della fattoria quando un mezzo è già parcheggiato di fronte a casa e alcune figure si muovono nell’aia. I BBoys avranno una bella sorpresa, questa volta, o forse l’avrò io. Arriviamo nello spiazzo a tutta velocità e i bastardi, anche se presi di sorpresa, hanno già impugnato le armi cercando di sparpagliarsi. Il gruppo di Simmons però non lascia spazio a chiacchiere, non si pone dubbi e non ha incertezze. I mezzi non si sono ancora fermati che, come lupi affamati in gabbia, gli uomini si sporgono dai finestrini e le loro bocche di fuoco cominciano a cantare in un turbinio di polvere e sangue. Il tutto dura pochi secondi, quando i motori si spengono i BBoys sono morti.
    Solo uno di loro sembra ancora vivo, Zofer, anche se gravemente ferito; Al scende seguito dai suoi e da me. Poco più avanti ci sono mio padre e mio fratello che si rialzano da terra e guardano sbigottiti la scena e poi guardano me, io invece non riesco a togliere gli occhi di dosso dall'uomo che sta salvando la mia famiglia e che si sta apprestando a compiere l’ultimo atto. Si avvicina a Zofer e gli poggia un piede sul petto, punta la pistola in faccia “Quello che è appena successo è per pareggiare i conti, questo è come lezione, l’ultima per te” Il tuono del singolo sparo echeggia nell’aria mentre le sue parole echeggiano nella mia testa.
    “Ehi Tobias, è da un po' che non ci si vede eh?!?”


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    La luce delle lanterne a carbotone illuminano la stanza mentre esternamente il buio di una nuova notte del Nuovo Mondo avvolge le lande. All’interno, 4 persone sedute attorno ad un tavolo, in silenzio:
    mio padre, a testa bassa, stringe i pugni come mai gli ho visto fare, mio fratello Joshua si guarda intorno senza capire cosa sia successo e cosa stia succedendo, Simmons, dal lato opposto del tavolo rispetto a mio padre, guarda tutti soffermandosi principalmente su Tobias. Infine io, seduto con la testa tra le mani mentre continuo a sentire nella mia mente la sua ultima frase “Quello che è appena successo è per pareggiare i conti, questo è come lezione, l’ultima per te”.
    Questo è il concetto che mi ha madre mi ha inculcato fin dal mio primo respiro, come è possibile che così, per caso, io vada ad incontrare una persona con la stessa filosofia e che le somigli così tanto? Sì, perché ora capisco quel senso di familiarità che ho provato da quando l’ho visto; assomiglia a mia madre. E poi conosce Tobias.
    “Allora Tobias, ti sembra il modo di trattare così un vecchio amico? Sono venuto fin qui grazie al tuo ragazzo per salvarvi la pellaccia e tu mi ripaghi con un fottuto silenzio?”
    L’aria nella stanza è pesante, c’è tensione e tutti la percepiscono chiaramente “Avevi promesso che non ti saresti mai più fatto vivo! Cosa ti è venuto in mente di intrometterti nelle questioni della nostra famiglia?” Mio padre è davvero scosso, trema tanto dalla fatica a trattenersi, devo stemperare la tensione, alla fine è colpa mia “Padre, sono io che ho chiesto il suo aiuto, è colpa mia se lui è qui…- dovrei trattenermi ma non ci riesco – un po' però è anche colpa tua. Se ci fossimo ribellati subito a quei BBoys, se avessimo fatto qualcosa ora lui non sarebbe qui. Ma poi, qual è il problema? Perché fai fatica ad accettare che ci abbia aiutato? E soprattutto, come mai vi conoscete? E perché ha un’aria così familiare?”
    Al silenzio di mio padre fa eco Al “Già, non ci siamo presentati a dovere, come sai mi chiamo Al Simmons, quello che non sai è che sono il fratello di tua madre”

    E’ stato forse un incubo? No, è tutto vero. Dopo la rivelazione, il resto della serata si era tramutata in una battaglia verbale tra mio padre e il nuovo parente acquisto. Erano volate parole pesanti, improperi e accuse su chi di loro avesse fatto più del male a mia madre. Secondo Al, mio padre l’aveva fatta diventare una palle mosce e questo l’aveva poi portata ad abbassare la guardia e a morire ammazzata, secondo mio padre era la vita dissoluta che Al le aveva fatto passare ad averla rovinata. Io stavo nel mezzo cercando di capire davvero chi fosse quella donna. Me la ricordavo dolce, una dolcezza che tentava di nascondere una ruvidezza di fondo che ogni tanto sgorgava come un fiume in piena. Dai racconti di papà, era morta di radiazioni mentre cercava di recuperare dei maiali che erano fuggiti nelle lande ma ora, mentre sto raccogliendo le mie cose in questo vecchio zaino, non so più a cosa credere. Al mi ha chiesto di unirmi al suo gruppo “Vieni con me e ti racconterò chi era tua madre” Ho accettato, voglio sapere di lei, voglio sapere chi era Kara.


    Vecchio Fucile [P]


    Fine
     
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3 replies since 9/8/2017, 17:45   101 views
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