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La stazza delle mura che dividono la tana del lupo dal deserto di morte è impressionante. E altrettanto impressionante è la follia di coloro che supplicano per avere gli ultimi istanti di libertà invece di provare a riprendersela e sopravvivere; ma ottengono come solo risultato una fine più rapida.
Ma a interrompere la scenetta arriva un individuo la cui comparsa mi fa digrignare i denti. È Greed, addobbato con nuovi impianti metallici come un ricordino del nostro ultimo incontro.
Ma quando Crank propone la folle follia di attaccare A CASISSIMO faccia-di-bronzo usando ME come scudo umano faccio per ribattere ma le parole tacciono mentre Swan prende parola. E decido saggiamente di spostarmi fuori dal raggio dazione di Crank e dietro la sorella che chiaramente non ha la capacità riflessiva di un sasso affilato.

Mentre Swan finisce il discorso mi sposto in uno dei posti passeggeri del mezzo, accanto al finestrino. Meno mi vedono meglio è no?

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Cerco un contatto con l'altrove, la dimensione della magia, del controllo dell'ordine del mondo.
Lo trovo ma sento solo i liquidi del mio corpo che mi abbandonano. Senza ricevere nulla in cambio.
DEVO ritentare. Ho bisogno di quel potere. Mi reimmergo in quello spazio-non-spazio, di nuovo il mio lembo di mente ci si muove, questa volta più sicuro e spinto dal senso di necessità e urgenza, tanto da combattere contro l’altrove e riprendere ciò che mi spetta: il potere sui pesi, il diritto di alzare e abbassare i piatti della bilancia.
Ed io ho assolutissimamente intenzione di maneggiare quei piatti a mio vantaggio. Proietto il mio controllo sul bottone dell’innesco. Il peso lo inchioda al scatola coi circuiti, tenendolo premuto. Abbiamo vinto ancora prima di fare qualunque cosa.
Quando il tentativo di Crank di afferrare il telecomando fallisce miseramente e la lucertola alza il dito io non posso che sorridere. La mia bocca si allarga, da un orecchio all’altro, lo sguardo soddisfatto e sadico di chi sa di detenere il potere. Quando la lucertola è ormai impotente avanzo leggero nell’atmosfera densa e pesante che avvolge tutti i presenti. Fisso le mie orbite nelle sue stupide pupille verticali.

”Quello che ci hai chiesto tu. Di parlare come uomini. Ma devi capire una cosa tu, uomo: dinnanzi a te non ci sono uomini, ci sono dei e bestie infernali, che sanno controllare e plasmare il mondo ma anche distruggerlo. E lo fanno stando in piedi, sulle proprie gambe.
Mentre gli uomini... oh agli uomini piace inginocchiarsi. Cercano sempre qualcuno davanti a cui inginocchiarsi. Non sanno proprio che farsene della libertà, li spaventa dover scegliere. Ma noi, come hai potuto sperimentare e come sperimenterai sulla tua pelle, sappiamo scegliere, e abbiamo scelto.
Ognuno diversamente, per esempio Swan ha scelto di non parlare a un umano ma di dominarlo. E ti ha sparato. Crank ha deciso di ucciderti, ma guarda un po’, sta a te scegliere come morire non sei contento? Potrai lasciare il tuo rango di essere umano e diventare per un ultimo istante padrone del tuo destino. Forse.
Che poi, sarai davvero un uomo? A me sembri più uno stivalone di pelle di serpente con troppo fiato nei polmoni. Direi che bisogna rimediare a questa cosa!”




”Oh sì, benissimo. Ho solo un po’ ’... sete

Rispondendo poi alla più che legittima domanda della dealer, con un tono leggero e cordiale.
”Beh non è il genere di cose che si sventaglia in giro, soprattutto quando non sono letali e impressionanti come quelli di Cotton. Mi piace vedere il mio potere come un utile asso nella manica. Inoltre quando si è soli magari si vuole dare meno nell’occhio, per esempio non dicendo “GUARDATEMI! HO DEI POTERY MAGGYCI! QUALCUNO MI VUOLE RAPIRE E STUDIARE PER OTTENERLI?”. Insomma spero tu possa comprendere i motivi di questa mia scelta.”

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Arriviamo nell’ambulatorio. Tutto tranne che igienico: buio, disordinato, ingombro e sopratutto senza personale. Mi mettono su una superficie orizzontale non troppo ben qualificata, mi buttano in corpo qualche anestetico e intanto arriva l’impianto. Una splendida gamba in Alyata, luccicante e solida ma sporca di un sangue non troppo fresco. Osservo l’intervento con attenzione, d’altronde sarò io a dover fare manutenzione per il mio nuovo arto. Rimango affascinato dalla splendida fusione tra carne e materia inanimata che Jass è in grado di operare, e una volta terminato il tutto sono di nuovo in grado di stare in piedi. E’ strano da dire ma mi fa male l’osso della coscia. Che strano posto. Però mi dicono che passerà tra qualche ora. Buono così.

Fresco di operazione, ancora leggermente intorpidito dagli anestetici, mi avvio con gli altri negli scuri tunnel, verso il meeting con la viperah.
Attraversiamo gole di acciaio e cemento, l’aria stantia, umida, terrosa. Fioche luci rosse illuminano ogni tanto il nostro percorso, finchè non arriviamo da un tipo che sembra uscito da strani ruoli sadomaso, con pelle attillata e maschere ingombranti.
Il serpentino individuo parla di svariati esplosivi che farebbero crollare un buon pezzo di città sui nostri crani, se mai dovesse perdere la presa sul telecomando che tiene in mano. Perché lui vuole parlare “come uomini e non come bestie”. Ridacchio alla sua affermazione, non riesco a trattenermi!
Fa ridere per due motivi:
il primo è che lui è più bestia che uomo, con tutte quelle scaglie e quella orribile lingua biforcuta.
Il secondo è che davanti a sè non ha nemmeno uomini. Ha bestie e dei. Dei e bestie. Creature in grado di manipolare la realtà e altre che la realtà la dominano con la forza e il terrore.

Smetto di sorridere quando afferma di averci MANDATO A MORIRE in quel buco di culo abbandonato con le biomacchine. Sono arrabbiato. Offeso, quasi. Parla di affari rispettabili e ti incula col sabbione. Già devo guardarmi le spalle da Crank. Mi spiace ma un “alleato” così non voglio rischiare di averlo. E se conosco Crank e Swan da quel che abbiamo passato e qualcuno morirà qui non sarà Cotton.
E quando l’unica rossa rimasta alza la pistola verso il giovane vecchio so che ci sarà uno dei suoi colpi di scena, ma quel tasto deve rimanere premuto. Nulla è più veloce di un proiettile, tranne il pensiero. E il mio è potente. Devo solo riuscire a usarlo. E questa volta BENE.

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Cerco di ignorare il dolore alla gamba che Jass cerca di riportare in condizioni accettabili (senza risultati troppo gradevoli all'occhio purtroppo) aggrappandomi con l'attenzione a qualunque cosa diversa dalla suturazione in corso. Il dialogo con Cage è un valido candidato. "Eheheheh, impianto... ferrato... carne e ossa... ahah" rido con aria stupida. Poi tornando serio " Scherzi a parte, con abbastanza anestetici e antidolorifici potrei essere io quel meccanico, se non ne avete nessuno. Altrimenti me ne vado volentieri a nanna fino a intervento terminato"

Stranamente riesco a trovare del divertente anche nelle minacce del pagliaccio della morte, col suo fondotinta non tinta e la sua lingua dello stesso rosso del buffo naso.
"Beh sembra che in entrambi i casi avremo qualcuno soddisfatto..."
Non riesco però a fermare il brivido di timore che mi fulmina dalla nuca al piede (quello sano) alla minaccia di Crank.
Tornando alla gamba...
Piuttosto che degli straccetti di Staver la mia gamba adesso sembra un'anguria esplosa che viene ricucita insieme con delle spille da balia. Un risultato non troppo gradevole come dicevo.

Yeouch.

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Seguendo le indicazioni di un povero scemo che probabilmente non sapeva neanche dove portassero, arriviamo a un polo di acciaierie. Ma non stiamo a piano terra. Scendiamo.
In un labirinto buio e vagamente inquentante dove con gli occhiali da sole non vedi niente ma anche togliendoli la situazione non mi migliora molto. Strascicando la carne trita che mi penzola dalla coscia sinistra non posso far altro che pensare a come Crank faccia schifo in anatomia e a fare battute. Contemporaneamente. Ma questo pensiero dura poco, annegato com'è nel dolore. Proseguendo il suono di macchine e martelli meccanici si affievolisce, mentre arriviamo in uno slargo. Qui ci fermiamo quando DUE. CAZZO. DI. FARI. mi obliterano gli occhi. "AAAARGH! CAZZO! MA CHE...! PORCA PUTTANA TUMEFATTA! POTEVATE AVVISARE!"
Fondamentalmente non capisco più una sega, mentre cerco frenticamente gli occhialini che avevo spostato sulla testa, per proteggere i miei poveri globi oculari.

Recupero la conversazione solo dopo, quando del metallo rotola per terra e Glitt parla della trappola delle biomacchine. Ancora non riesco a distinguere bene le sagome ma almeno capisco cosa dicono.

Intanto Jass, unico essere vivente che si preoccupa del fatto che CAZZO NON HO UNA GAMBA propone un interessante scambio meccanico. Ammetto che mi sono sempre state sul culo queste appendici organiche e l'idea di un bel impianto magari con qualche miglioria non mi dispiace.

"Il dottore non ha torto. Ormai la gamba può solo essere sostituita. E un meccanico meccanico è qualcosa che non tutti possono vantare tra le proprie fila."

Aggiungo rincarando la dose del doc.

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Mentre cerco di capire quale possa essere il punto da colpire per terminare questo combattimento la macchina-quasi-senza-testa ingaggia il combattimento corpo a corpo mentre la socia salta in aria. I miei occhi rimbalzano tra l'esplosione e le braccia di Swan che vengono spiaccicate impietosamente. Ma mannaggia al multitasking l'accrocchio bio-metallico inizia a sventolare le lame contro di me. Riesco a evitare il primo passaggio ma un rovescio inaspettato mi coglie sulla gamba fallace. Questa praticamente esplode in mille coriandoli. Collasso.
*
*
*
Perdo i sensi, non so quanto ma poco dato che faccio in tempo a sbattere al suolo.
Un verso gutturale mi scuote il petto e la gola mentre il cervello metabolizza il dolore. L'odore e il sapore del sangue mi circondano. Tutto giragira, gira... gira... g i r a. . .
Sembra di essere una trottola sul punto di fermarsi, quando in realtà le mie membra sono più ferme di una pietra. Ancora schiacciato al suolo da una gravità e un peso ostili e maligni, con il poco senno e senso di me rimanenti, gratto il suolo, mi giro e inizio a tri-gattonare verso l'unica prospettiva sicura. La carcassa metallica vicina a me. Una stupida barricata, ma vicina a amici e stranamente accogliente.

Voglio andare via. Via dalle voci che ancora echeggiano nell'aria. Cigolii e ronzii, clangori e grida. Perché sono così tanti? C'è solo un mostro... perché?!


"H-h-ha...alp"

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"Be' cazzo effettivamente è andato giù abbastanza bene, ignorando il fatto che Swan è un frappé eeeeeeee niente, si è rialzata. Nucleo ausiliare stocazzo. Bisogna centrare quattro bersagli corazzati e io con la carabina non posso romperli rapidamente. Anche se sapessi dove sono. Facciamo che questa non è una bella situazione...
Ah ma uau! Pure Crank sta diventando un piatto di straccetti di Staver. Fantastico... GLITTER, JASS, MIRATE ALLA TESTA DI SICURO, MA C'È UN ALTRO GENERATORE NON SO DOVE!
Beh, direi di cercare di capire dove cazzo sia sto stramaledetto generatore..."

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Passeggio tranquillo tra le rovine. Ho i miei compagni intorno, c'è silenzio e nulla che lo rompe. Qualunque cosa che si fosse mossa nei dintorni l'avremmo sentita.
Avanzo nella miniera di ottimo acciaio pre bellico, una lega di ferro, carbonio e forse... zinco, cromo? Non so ma ha resistito al tempo in mondo incredibile. E oltre al metallo c'erano vetri, mattoni e piastrelle più o più sbriciolati e detriti di ogni genere. Non posso fare a meno di pensare a quanto vorrei stare lì e sfruttare quel ben di Dio.
Ma abbiamo un compito, quindi vaffanculo e vado avanti. Che palle però. Che spreco.
Nel porticato sopravvissuto di una non altrettanto sopravvissuta palazzina un lieve aroma di membra attira le mie nari.
La sorgente dell'odore è un pozzo di un "E!.E\ ATOR".
Almeno questo è quello che il cartello sopra la voragine dice. Ma mi sa che mente perché a me questo sembra proprio un ascensore. Che cazzo è un E!.E\ ATOR, poi...?

"Iiiheeeaaahghbleh" è il verso di disgusto che sale violento alla zaffata di carne putrescente. Un rivolo di vomitino lo segue, ma lo trangugio giù.
Il sapore acido e morto però rimane.

Mentre mi allontano dalla voragine sanguinolenta, antica tana di cose che mangiano carne, un non troppo lieve senso di angoscia mi attanaglia.
Un crescendo imponente e leggere, un rantolo aggressivo di chi non ha più voce ma a cui rimane la rabbia. Il suono prosegue, costante, culminando in un boato distorto e terrificante.
Mi volto vedo la cosa.

Prendo la mira:

"Sì ma mannaggia al cazzo cosa sono ste robe Biomacchine Camion con i piedi Non lo so ma so che non le voglio avere davanti insomma sono cazzo colossali certo hanno i piedi abbastanza fini forse si potrebbero far cadere danneggiando le caviglie però comunque hanno l'aria di essere quel genere di cose che sparano i laser dal buco del culo ecco lo sapevo sto andando nel pallone devo solo sparare ma cazzo non ho così tanti proiettili potrei correre alla macchina e usare il mitra ma se la cosa mi raggiunge potrei fuggire ma poi che faccio no mi conviene rimanere e combattere mal che vada muoio ma almeno ho delle chance di sopravvivere se scappo invece sono da solo nel territorio di un tetro con svariati gruppi di schiavisti e Crank e Swan che vogliono la mia testa infilata tra le mie chiappe okay va bene resto qui e combatto ma dove cazzo sparo sembrano assai corazzate SI GRAZIE SWAN ADESSO CHE SO DOV'È IL PUNTO DEBOLE SARÀ UNA PASSEGGIATA FERMARLI che poi come cazzo farà a sapere del punto debole va beh io sparo"
E io sparo

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La serpe ci offre le cure promesse, la gamba è a posto ma ci sono cicatrici che rimarranno. Una piccola costellazione sul mio polpaccio, ricordo del perché evitare le persone è importante, specie se sono tante e armate. E puntualmente prendiamo appuntamento con Dealgood, contro ogni buon senso.

La nostra 500 AMTRAC sfreccia alla mirabolante velocità di "più rumoroso che rapido" attraverso le strade della città e poi fuori. Mh... forse in fondo Dealgood non lo incontrerò. In nessun caso. Se troviamo il Tetro muoio, se non lo troviamo non torniamo da Dealgood, perché "i patti vanno rispettati".

Mentre penso allo strano rumore metallico che viene dal telaio sotto il posto di guida (cosa può essere? Detriti nell'albero motore? Qualcosa che si sta rompendo ed è da riparare? Un'allucinazione per la noia? Mah) un gesto inquisitorio di Crank mi riporta nell'abitacolo.
"Io? Sì cosa? Ah già il Tetro. Si sa poco di questi tipi. Sono al limite della leggenda: uomini armati dei migliori equipaggiamenti preconflitto, vestono di nero e si dice che le loro origini, le loro radici, arrivino fino al #ROOT. Roba grossa insomma. Non si possono mai sopravvalutare. Sarà sempre troppo poco."

Intanto arriviamo nella città. Vorrei chiamarla città fantasma, ma le darebbe una sfumatura troppo vivace. È così... bianca. Il bianco è un colore che la rispecchia, credo.
Avanziamo di poco tra le vie, con gli scheletri degli edifici che incombono come un cattivo presagio, e la roscia Swan propone di parcheggiare e continuare a piedi. Come naturale eseguo, ma non senza chiedere se dobbiamo portare con noi il monowheelter. Potrebbe tornare utile.

Dopo il breve briefing della capa rispondo,un po rassegnato "Ma ci sono spot da cecchino ovunque... se passassimo tra le rovine sotto gli edifici? Saremmo più coperti.




Impugno la carabina, la scarico, reinserisco il caricatore e metto un colpo in canna. Sono pronto.

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Ancora stordito per il mix di sostanze nel mio corpo che si combattono per il controllo sua mia vita, quello che mi succede intorno è piuttosto veloce e confuso. Jass mi apprezza alla bella e meglio, Swan spara alle iene vicine al mezzo. La piccola confusione si calma e il porto riprende il suo ritmo.
Il rettiliano parla. Nel misto di lettere sibilate e dolore durante le cure di Jass faccio fatica a seguire. Ho capito poche cose, ma importanti. Lui ci aiuta in campo medico e affaristico, ma un vuole...? Un Tetro. Ah. Un Tetro. Ambizioso il ragazzo. Assai ambizioso.
Che poi, QUANTA CAZZO DI GENTE CONOSCE per fornire tutti i servizi che millanta?!
Il mio pensiero continua a volare su ali color princisbecco, ma riatterra per pensare alla richiesta della lucertola bipede. Vuole il Tetro per sé.

Mi si stringe il buco del culo all'idea di dover avere a che fare con altri intrighi di gang e gente con molti più cazzi a disposizione rispetto ai nostri orifizi.


"Per essere chiaro è chiaro, ma credo che sia opportuno farsi più di un paio di domande prima di dire sì alla richiesta "portami un Tetro", specie quando te la fa un tipo che sembra saperla così lunga e ha agganci con entrambi i lati di una disputa malavitosa con cui vogliamo avere più o meno a che fare.
Ma io a farmi domande e darmi risposte intelligenti faccio schifo quindi lascio a voi sia il ragionamento che la prima linea..." concludo facendo spallucce con aria innocente.

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*
*
*
Sento caldo.
Una sensazione di peso e pressione occupa ogni centimetro del mio corpo. Meglio del niente di prima.

Quando riapro gli occhi Jass è lì, in piedi, tra me e il pallido corpo di Crank. Che sputa minacce, oltre a sangue mucoso e coagulato.

Poi mi ricordo che devo respirare, allora inizio a scaricare la merda che ho nei polmoni. È uno strano misto di sangue, catarro schiumoso e gas venefico. Il miscuglio risultante è rosso, grumoso ma molliccio, con sfumature ramate e vene bianche che lo attraversano ogni tanto.
Fresca aria pulita (nei limiti del puzzo di porto) irrompe nei miei alveoli, risentiti della brutta esperienza.


"Mi dispiace che tu non abbia potuto cogliere la mia vita. Sarà per la prossima reincarnazione, dai."
Commento con fatica alla frustrazione dell'assassino.

Però poi le parole del nostro signore e salvatore Jass attirano la mia attenzione e con un timore non troppo velato lo avviso "L'ultima volta che siamo andati a fare compere io e Crank siamo finiti così. Suggerisco di fare gruppi più sostanziosi, per una questione di sicurezza..."
"Non sappiamo quanto Greed sia avido di vendetta."

Mi guardo la gamba, poi guardo il medico, poi di nuovo la gamba. E rido, amaramente "Sono davvero ridotto a una merda... non è che riesci a fare qualcosa? Almeno la gamba. Sai com'è, al momento un impianto è fuori dalla nostra portata economica."