[QUEST] Legge del Mercato

Link Scheda | Età: 25 | Maestria: Selvaggio| Dono: Termografia| Razza: Mutante| PF 33/33 | Strategia:

Privato per la prima volta dopo mesi delle proprie armi si sentiva un po' come una tartaruga fuori dal guscio, un essere grottesco e indifeso in mezzo ad uno stormo di uccellacci pronti a contendersi la sua carne. Alla periferia della sua coscienza percepiva Zeb blaterare, mentre il resto della sua attenzione era dedicato a tutti coloro che gli stavano intorno. Nik si guardava in giro con un'espressione cagnesca in volto e un certo malcelato allarme negli occhi, tradito dagli scatti con cui le sue pupille passavano da un potenziale pericolo all'altro, solo per scoprire che superato il porto di pericoli ce n'erano ben pochi. Erano famiglie, per lo più. Schiavi, fu il primo pensiero. Poi a studiarli meglio si rese conto che in fin dei conti non c'era nessun aguzzino, nè avevano quell'aria spenta che aveva imparato a percepire nei mercati in cui aveva cercato la sua famiglia. Erano lì di loro volontà, lavoravano per chissà quale compenso o quale ragione, ma lo facevano per se stessi. Quella consapevolezza prese lentamente piede nella sua mente facendosi spazio nella diffidenza fino a farlo sentire disorientato. Era come guardare di nuovo alle persone del suo villaggio, l'odore di salsedine e ferro arrugginito si mescolò d'improvviso con quello della sabbia e della pelle scottata dal sole, di sudore e vecchi compagni. Una vertigine di malinconia lo fece tentennare per un istante, strappato via dalla realtà, poi improvvisamente la voce squillante di una ragazza lo strattonò di nuovo nell'istante presente. La osservò a lungo per quei pochi secondi che rimase in loro presenza, poi la seguì con lo sguardo mentre si allontanava. Ascoltò con attenzione il resto delle parole di Ned per non perdersi di nuovo tra i propri pensieri. Quando finalmente rimasero soli Nik non sapeva cosa dire. Ci pensò Zebediah a colmare il silenzio. Solo un vecchio poteva parlare di costruire un futuro migliore. Sul filo della vita era facile lasciarsi andare ai grandi sentimenti così da morire illuso anche se infelice. La verità era che niente di grandioso poteva nascere da una rappresaglia del genere, solo spargimento di sangue, come sempre da un lato o dall'altro qualcuno sarebbe morto in ogni caso. Portare a termine il lavoro e strappare la propria fetta di guadagni era forse l'unica cosa intelligente da fare, ma c'era da dire che Nik non era mai stato un genio.
"Soup ci pianterà una pallottola in mezzo agli occhi esattamente come ha fatto con Hyott, lo sai, vero?"
C'era anche un altro dettaglio da non trascurare. E cioè che anche Ned, per quanto affabile, poteva piantargli del ferro nel cervello. Nik si avvicinò alla finestra da cui si era affacciato il vecchio per guardare il loro mercantile. Non ci trovò nessun particolare dettaglio se non che fosse una vecchia barca.
"Dite che Soup è stato tanto stupido da darci la barca di Ned?"

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L'atollo per quelle persone rappresentava la salvezza, era la possibilità di avere una vita migliore lontano dal continente e da tutti i suoi mostri. Riusciva a comprendere quel genere di speranza, il suo villaggio anche se fatto di sabbia e lamiere di scarto era un po' come quel posto, un isola in mezzo alle dune, una casa spazzata via da un gruppo di mercenari. L'idea di porre la X di Soup gli piaceva sempre di meno. Fece poco caso ai pettegolezzi sulla figlia di Ned, dal momento che gli sembrarono le solite storielle per intrattenere ragazzine. Che fosse figlia o meno del capitano non importava se lui si comportava da padre a lui tanto bastava perché lo fosse. L'odore agre e pungente del petrolio invece attirò la sua attenzione come avrebbe fatto una coscia di prosciutto con un cane. Erano vicini al sito di estrazione, gironzolarono lì intorno per un po', le guardie anche in questo caso non erano altro che marinai armati. Durante la notte sarebbero potuti entrare senza troppa difficoltà, sarebbe bastato sfruttare un attimo di distrazione per un agguato, o più semplicemente un cambio di guardia. Il caso voleva che quella missione gli fosse servita su un pitto d'argento, cosa che lo rese particolarmente irritabile.
"Cosa accidenti dobbiamo fare Zeb? Se non facciamo saltare in aria qualcosa e impediamo l'estrazione, Soup ci sarà attaccati alle palle finché non ce le avrà tagliate"
Non appena intravide un gruppo di guardie avvicinarsi Nik portò istintivamente le mani all'impugnatura dell'arma legata alla cintola. Si fermarono ad una distanza adeguata da spingerlo ad aspettare prima di scattare come un lemure. Ned li invitava per cena. Abbassò le mani e prese un mezzo respiro. Prima di rispondere si voltò a guardare i suoi compagni. Andare a cena voleva dire entrare di nuovo nella tana del cacciatore e la cosa non gli piaceva particolarmente. La copertura avrebbe potuto fare fatica a reggere, sempre se Ned non aveva già dei sospetti. L'unica speranza era la parlantina di Zeb e le armi che tutti e tre si portavano dietro.

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Non ci avrebbe scommesso un boinn che sarebbero usciti vivi dalla cenetta a lume di candela con Ned e la sua allegra famigliola. Però, ascoltando le parole di Zebediah finì per crederci lui per primo. Furono un po’ come una miccia che diede vita dentro di lui ad un incendio. Stava reclutando un gruppo di sovversivi? Perché non l’aveva detto prima? L’avrebbe potuto considerare come uno dei suoi già da diverse ore invece di perdere tempo. Quando alla fine rimase in silenzio dovette fare un certo sforzo per non alzarsi ed applaudire, ma non si impedì di rivolgere al vecchio il più intenso degli sguardi, quello di un soldato che guarda il padre della sua causa. Il tutto fu contornato però dalla spiacevole sensazione che di lì a poco sarebbero morti in ogni caso. Le donne furono mandate via e al posto della loro deliziosa compagna li raggiunsero dei brutti ceffi armati fino ai denti. Nonostante apprezzasse la loro attrezzatura non poteva dire lo stesso della loro presenza. Cercando di non farsi vedere, mentre Ned ancora parlava cercò in tasca la sua pugnera per poi ricordarsi che quegli imbecilli gli avevano tolto le armi. Non fece in tempo a sentirsi un topo in trappola che la situazione peggiorò drasticamente. L’esplosione e il falò che divampava sulla superficie del mare erano piuttosto eloquenti. Le teste nere avevano pensato bene di mandargli rinforzi, o forse quel dannato bastardo di Soup non si era mai davvero fidato di loro e aveva deciso di affidare l’incarico alle truppe pesanti. Forse per affondare la nave era troppo tardi, ma era ancora in tempo per respingere i cani che ne sarebbero usciti. ”Zeb!” gridò a voce più alta di quanto avesse voluto, ”Le teste nere attaccano il porto stanno per approdare”, non aveva idea se avesse bisogno o meno della cronaca, probabilmente le esplosioni e le urla erano già abbastanza eloquenti da sole. Nik si voltò cercando con gli occhi Ned ”Dove sono le mie armi?” ringhiò aggressivamente, l’idea di lasciargliele era stata dannatamente idiota. ”Dobbiamo respingerli prima che arrivino alla trivella e facciano saltare tutto in aria!” sbraitò freneticamente, certo che se avesse incontrato qualche protesta nessuno l’avrebbe trattenuto dal mollare a Ned un pugno in piena faccia e morire fucilato dalle sue guardie.