La passeggiata dei titani

Rag flashback (Verge "Il titano" Jotunn - Brumon, il Bravo)

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    Verge "Il Titano" Jotunn

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    A Verge non piacevano le terre dell'Est, ma questo ormai era chiaro come il sole, però non avrebbe ottenuto la sua mutazione e questo equipaggiamento eccellente se non avesse accettato di fare quella missione con Kaesar, dunque si poteva dire che non tutto il male viene per nuocere, no?

    I due compagni si divisero.
    Kaesar tornò a Vorticum per preparare il necessario per concludere gli affari con Tink, mentre il Titano decise di gironzolare un po' per quelle terre di merda, un po' per vedere se era cambiato qualcosa in ormai una decina d'anni, e un altro po' per mettere alla prova il nuovo equipaggiamento e la sua meravigliosa mutazione!
    Porca troia, mi prudono le mani!
    Un passante lo sentì e decise prudentemente di allontanarsi.
    Oops...

    Si mise ad aspettare una carovana sulla quale salire, ormai aveva già visto tutto in quell'insediamento, quello che c'era da fare e da guadagnare l'aveva già fatto e ottenuto, non restava che muoversi.
    Passarono un paio di orette, fortunatamente all'ombra di un bar, prima che passasse una carovana, ma finalmente ci salì sopra pronto per il suo viaggio.
    Ci misero un po' a ripartire, dovettero smistare un po' la gente in modo da controbilanciare la stazza di Verge, ma una volta fatto ciò, ci misero poco a mettersi finalmente in viaggio, anche se con meno persone nella carovana dove si trovava lui.
    Deboli queste carovane!


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    Polvere e fumo tossico.
    Polvere e scheletri negli angoli, corpi decomposti nelle fosse. Animali che spolpano animali e cadaveri predati.

    Polvere ed altra polvere schifosa. Polvere ed altra polvere schifosa, e l'arsa è dura e la fatica si fa sentire.

    Si correva già da ore, da ore e si correva e il fiato era poco, si sentiva. Nel mentre in lontananza un insieme di carri e guardie al seguito, i due Scout che facevano da apri pista, uno dietro ed uno davanti. Loro insieme alle guardie della carovana proteggevano i viaggiatori, i mercanti e gli sfortunati che speravano di trovare fortuna.

    Brumon era tra quest'ultimi, Pensiero odioso tra l'altro. Sprecati ed inutili uomini per risolvere problemi di altri uomini. IO, non sono come loro. Io sono io, e me è qualcuno che diverge da tutti loro.

    I passi macinavano distanza e piano piano si avvicinava, le guardie lo guardavano e lo Scout che spingeva la carovana lo raggiunse, con il suo fucile in mano.

    Il bastardo era un mutato. Aveva mille occhi in faccia e le mani che sembravano tumefatte, piene di piccoli artigli che fuoriuscivano dalla pelle e zampe simili ad un ragno che parevano di avere la funzione di dita aggiuntive. La pelle sottile, di colore scuro. Gli si vedevano le sottili vene verdi sulle braccia e sul viso.

    Brumon rallentò e si fermò ad una decina di metri da loro. I pannelli erano umidi per il suo sudore, ne era mandido.
    Si asciugò un attimo il viso con il palmo della mano, tirò su con il naso, leggermente.
    Inspirava ed espirava riprendendo fiato, si piegò leggermente in avanti per recuperare lo sforzo, appoggiando le mani sulle ginocchia.

    Stette zitto.

    Gli uomini lo fissavano con sguardi minacciosi e diffidenti. Si guardavano tra loro.
    Le fibbie erano sporche e gli animali scalciavano. Staver, erano nervosi per la presenza del gigante a cui non erano abituati. Si vedeva.
    Ogni straccio sporco era consunto e infangato con sfumature verdi e le armi arrugginite dai vapori radioattivi del viaggio. Una guardia tremava tutta, era malata.

    "S-s-si... Signore, che facciamo a questo ti-t-t... Tizio?" Chiese il malato, con la sua pistola che gli tremava tra le mani, erosa anche se con il metallo lucido, il tentativo di tenerla pulita.
    Il tizio con i mille occhi lo squadrò, punto il fucile verso Brumon "Tu non provare a fare scherzi!" Si girò verso il compagno malato "Vai al tuo posto K, qui ci pensiamo noi" il compagno diede un calcio a lo Staver che partì tranquillizzandosi nell'allontanarsi.

    "Quindi, chi sei e cosa ti porta qui? lurido vagabondo..."

    Si sentì un digrignare i denti.

    "Non chiamarmi lurido."

    L'aria era tesa. Si vedeva, si sentiva. La si poteva annusare.

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    Il viaggio nella carovana si prospettava lungo.
    Guardandosi intorno, Verge notò che un paio di membri dello...staff? Chiamiamolo staff, comunque, notò che erano malaticci e mutati.
    Questa poi...almeno la mia è poco visibile, loro fanno proprio schifo, cazzo!
    Certo, magari non era una loro scelta, e si sa, non è roba da niente rimuovere una mutazione, c'è chi c'ha lasciato la pelle, fatto sta che quello con tanti occhi era particolarmente brutto.
    Fecero appena in tempo ad arrivare alla prima fermata che vide alcune delle guardie muoversi...il punto è che ci stavano mettendo troppo tempo.
    Che due coglioni....
    Fece per scendere dalla carovana, i suoi passi da soli bastavano per agitare la carrozza, e quando uscì saltò su con una semplice domanda,
    Qual'è il dannato contrattempo?!
    Verge era alto nella media, ma anche tra i membri della sua specie era bello grosso e solido, il che non aiutò le guardie li presenti a darsi una calmata.
    Torna dentro!
    Verge lo fissò con gli occhi di qualcuno che non avrebbe avuto problemi a spappolare qualche cranio.
    Inizia a non rompermi i coglioni solamente respirando, e forse ci faccio un pensierino, ma nel mentre, A CUCCIA.
    Il tipo fece per avvicinarsi, ma quando notò la stazza del Golia, beh, ci pensò un po' più intensamente.
    Sbuffando, il titano si avvicinò al capo delle guardie e notò che si trovava davanti ad un altro Golia.
    Oh! Ma tu guarda.
    Il capo squadrò Verge.
    Sto gestendo la situazione, un passeggero dovrebbe tenere il suo posto.
    Notò che l'uomo stava tenendo il fucile puntato verso l'altro Golia e, beh, la cosa non gli piaceva.
    Ha fatto qualcosa?
    Non sono affari-
    HO DETTO-
    Verge lo interruppe.
    -Ha fatto qualcosa?
    L'uomo stette zitto un momento.
    È un lurido vagabondo, che importanza ha?
    A Verge stava salendo la pressione.
    E se invece che rompere il cazzo al primo che vedi gli chiedessi se ha i soldi per pagarsi il viaggio? Da quando dei carovanieri ignorano uno che paga? Fa il tuo lavoro e io non sarò costretto a fare il mio.
    Il capo si fece baldanzoso, abbassò il fucile e appoggiò la mano destra al fianco.
    E quale sarebbe il tuo lavoro?
    Verge sorrise, tutt'altro che amichevolmente.
    Il mio lavoro consiste nel lavarmi con il sangue di stronzi come te che pensano di poter fare a testate con uno come me, e ti assicuro che puzzo così tanto di ferro che senza corazza sembro ancora armato! Mi sono fatto capire?
    Lo invitò ad osservare com'era equipaggiato e...beh, di colpo sentì il bisogno di far pagare il biglietto all'altro Golia.
    Bravo, vedo che sai fare il tuo lavoro quando ti impegni.
    Detto ciò, rimase li fuori ad aspettare che concludesse con l'altro Golia, non voleva che ricominciasse a rompere il cazzo una volta andato via Verge.

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    Un occhiata verso una carovana che si stava visivamente muovendo, come se scossa dall'interno.
    La carovana che veniva mossa nascondeva quella che, per Brumon, fù una grande sorpresa.

    Uno... Come me!


    Solo più gentile.


    Il golia do avvicinò ed ebbe una ambile conversazione con il chiudi fila, il mutato.
    Dopo la conversazione si girò a fissare Brumon con una sguardo illegibbile per via di quella orrenda mutazione! "Allora, vagabondo, ce li hai 15 boinn?" calcolava le parole e nel mentre nascondeva una sopita rabbia, anche con gli strani versi prodotti da quelle orrende mascelle esocheletriche poteva capirsi astio.

    "Ah. No Mister, non li ho. Ma posso darvi un bel rinforzo alla guardia.
    Siete scarni, e malati... Avete intenzione di portare cibo alle bestie?"


    Il tizio non smise di fissarlo, in effetti i suoi sottoposti che, nel mentre, avevano anche loro abbassato le armi dopo essere stati "convinti", si giravano attorno e vedevano del vero in qielle parole. Erano messi male e numerosi, una preda perfetta. L'unica forza degna di questa parola era quel Golia.
    Il Golia che Brumon stava fissando alla quale rivolse un live accenno di saluto.

    "Tsk! E va bene, stai in cima alla carovana, e vedi di morire in fretta."

    Si allontanò, stizzito, con i compagni che lo seguivano.

    "Non ci sperare."

    Rimanevano lui e l'altro Golia ad osservarsi. Studiarsi.

    Comportamento strano per due compaesani eh?
    Passarono 30 o 40 secondi di puro silenzio. Il volto del Golia non era né arrabbiato ne sospettoso, solo studioso.
    All'improvisso si avvicinò al suo compaesano e gli porse la mano, per stingergli l'avambraccio.
    Ovviamente gli porse il braccio sinistro, quello grosso.

    "Ti devo un favore, io sono Brumon, ma il mio nome lo conoscerai solo quando combatteremo insieme. Come le isole dicono, dopotutto..."

    Nel dire questo lo sguardo era fermo sugli occhi del ritrovato compagno Golia.

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    Ma quanto sono belle le storie con il lieto fine?
    Verge ricambiò il cenno di saluto, mentre l'altro Golia finiva di mandarsi a quel paese con il capo delle guardie della carovana, dopodiché rimasero a fissarsi per quasi un minuto o giù di li.
    Erano anni che non vedeva un altro Golia come lui, quasi temeva che si fossero estinti mentre non guardava, ma mentre pensava a questo, l'altro gli si avvicinò e gli porse la mano sinistra, quella grande.
    Che strano il caso, abbiamo pure lo stesso braccio.
    Verge strinse il suo avambraccio con la forza degna di una stretta di mano come la loro e sorrise, questa volta in maniera molto più amichevole di prima.
    Quando il Golia si presentò come Brumon e gli parlò delle tradizioni, beh, quasi ci rimase male.
    Io sono Verge, e sono stato abbastanza sfortunato da nascere in schiavitù.
    Sembrava non c'entrare molto con le parole di Brumon, ma stava per spiegarsi.
    So poco delle isole, non ci sono neanche mai stato...
    Mentre lo diceva, il suo sguardo si riempì di rammarico, ma non lo distolse da quello dell'altro Golia, sentiva che sarebbe stato una mancanza di rispetto.
    Si levò l'elmo, mostrando il suo bel faccione da Golia e l'ustione sul suo collo, i segni di un collare ovviamente.
    Il viaggio non sarà breve, se ti va di parlarmi del nostro luogo d'origine, avrai le mie orecchie.
    Gli anni passati in schiavitù non furono proprio ideali per imparare le tradizioni della sua gente, soprattutto non avendo mai neanche visto quel posto.

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    Brumon, il bravo

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    È ancora un cucciolo. Cucciolo cresciuto, ma pur sempre cucciolo.

    La stretta era forte, forte e decisa.
    Il sorriso dell'altro venne risposto con lento cenno della testa ancora lucida di sudore.

    Brumon si incammino verso la cima della carovana.
    "Vieni con me" disse al suo compagno.

    Gli sguardi della gente erano ostili e paurosi, Madonna sembrevana esterefatti, Verge doveva averli abituati alla vista, ma erano in preda alla sfiducia.
    Le madri tenevano in grembo i bambini e coprivano i ragazzini e gli uomini guardavano diffidenti e preparavano arnesi contundenti come armi.
    Una meta-felina accucciata su un asse sprongente di una carovana stringeva con le unghie un sacchetto come fosse la cosa a lei più cara mentre ci soffiava contro.
    I disperati hanno i volti tutti uguali.

    "Alla fine i deboli muoiono.
    E voi lo siete tutti."


    Se ve lo chiedete, no, il Golia non era bravo a fare buona impressione.

    Quando arrivo in cima alla carovana speravo che Vergine lo avesse seguito. In tal caso era pronto a dirgli quello considerava a lui utile.

    "Conosci la tua lingua vero?"

    Gli offrì da bere, un goccio di distillato di sangue.

    Verge disse che parlava qualche parola sporadica della sua lingua, e neanche bene.
    Che... Fastidio.

    Brumon sputò a terra visibilmente infastidito.

    "So che non è colpa tua, ma questo è innacettabile.
    La gente bassa... Non si rendono conto di quello che hanno fatto.
    Hanno portato i Giganti fuori dalle isole.
    Ed insieme a noi il nostro modo di vivere, dove i forti e i tenaci sopravvivono, mentre i deboli e i vili muoiono.

    Nel tentativo di fermarci."


    Il petto si gonfiò orgoglioso, ma il viso dipinse un espressione triste. Fino a che il braccio non diede un forte colpo sul suo petto, risuonando un tonfo duro e pieno, potente.

    "Non so di che clan tu sia, ma tutto inizia per tutti con la stessa cosa.

    Tutti ringraziano l'acqua e tutti la temono.
    Tutto deriva dal mare.

    Quando lo incontri salutalo e, se puoi, rendigli omaggio.

    Arrabbiati piuttosto che ignorarlo, lui sa che tu esisti ed è inutile mentire a se stessi.

    Porgigli la mano del gigante, per farti riconoscere.

    Questo è il Tarik ishtar."





    La carovana nel mentre procedeva. La scorta nel mentre speravo di veder morire sbranato il golia passeggero e il golia ritrovato per strada, la strada per l'est procedeva tranquilla, ma per quanto la strada era piana ben presto entrarono in una zona di montagna dove dovettero attarversare un rassixurante percorso tra delle colline e monti che, non erano alti, ma pieni di albero morti, animali feroci e troppe rocce appuntite.
    Per non parlare dei predoni che amavano fare imboscate.

    Insomma, un inferno, e loro erano lenti.

    Basta fare 2+2 no?

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    Edited by Yassin-iasso Al Mobaslat - 10/3/2019, 06:43
     
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    La carovana era lenta, inquieta, e gli uomini erano allarmati e con gli occhi che schizzavano da una parte all'altra.
    chi voleva proteggere le famiglie, chi i propri averi e chi altre persone di cui non gli fregava nulla, con la preoccupazione più per le loro scarpe che per i cuccioli che vagavano li intorno preoccupandosi solo di non allontanarsi dai genitori, che, però, non li fermavano.
    Come se quella spensieratezza potesse alleggerire quella atmosfera lugubre e minacciosa, amara per certi versi, triste. Brumon li osservava con gli occhi meravigliati, da una parte per la loro stupidità, dall'altra per il loro voler essere loro stessi anche quando non conveniva, come se essendo loro stessi potessero comunque far diventare tutto come loro, leggero, spensierato e sospeso, con il tempo che avanzava lentamente.

    Incredibile. Anche dopo tutto questo mondo amaro, le malattie e la devastazione, puoi trovare questo.. Stupendo! Ma quegli occhi meravigliato si fecero roventi con le sopracciglia che si inclinavano con l'aggrottarsi della fronte.

    Ma stupidi, infantili. si girò, come se avesse sprecato tempo, pensieri e, sopratutto, lodi.
    Invece gli uomini, loro si che avevano un cervello funzionante, attivo e gremito di spavento, di crudità e orrore misto a perversioni.
    Non aveva potuto non notare un uomo con un enorme gozzo sotto il collo, grosso quanto un braccio, che nella sua carovana si stava masturbando mentre leccava uno strano rettile dalla schiena schiumosa, mentre una schiava con uno di quei collari tanto conosciuti gli massaggiava le spalle. Che schifo.

    Brumon odiava la schiavitù, l'avrebbe tollerata solo se praticata da lui stesso, perché con diffidenza credeva che un altro avrebbe potuto avere rispetto per uno schiavo, anche se ammetteva che, talvolta, era una pratica necessaria. Ma mai per una vita intera, mai per crudeltà. La crudeltà la si poteva applicare su un essere che poteva scegliere di essere lontano, uno schiavo non avrebbe potuto.
    Senza contare il tizio con i mille occhi, che d'ora in poi sarà Occhiuto. Squadrava i golia di tanto in tanto come se sperasse nella loro morte per un infarto, ma guardava meno spesso Verge, che essendo molto più armato e corrazzato preferiva inimicarselo meno, senza contare le altre guardie... Cani, siete tutti cani. Sbavanti ed ansimanti che aspettano gli ordini come delle bestie pronte per il premio, addomesticati. "Nessuno, nessuno di loro merita la vita. Se la terra se li prende, ne sarò felice!" sussurrò. Sperava, che con il procedere della carovana il Katar sgorgasse dal terreno per bruciarli tutti.
    Anche se non successe nulla, nulla. Niente di niente.

    Tutto era immobile!

    Poi, accade qualcosa, all'improvviso l'aria si era fatta più rarefatta, densa, odorava di zolfo e ferro. Ed i bambini, quelli felici e spensierati, divennero meno vispi, e all'improvviso quieti e spaventati. Si, Brumon sorrise ( era più forte di lui ).
    Gli alberi si erano fatti più fitti, le rocce meno agibili ed il terreno più asciutto, il tutto tinto di un arancione del terreno e delle cortecce nere e contornate di giallo dei fusti morti, con venature verdi dei rami più periferici. E qualche animale malformato e deforme che si intravedeva, come lucertole o piccoli scafox. Stava per calare la sera, ma quegli alberi si erano fatti alti ed i rami densi, dov'erano loro si poteva già dire che fosse notte.








    "Torce e lanterne! CI SERVE LUCE!"

    Tuonò all'improvviso l'apripista, per quanto fosse sensato fu al tempo stesso stupido, molti si spaventarono tanto che la guardia malaticcia e balbettante sparò un colpo alla base di un albero dalla quale partirono risate isteriche ed urla piene di angoscia e dal timbro di voce lacerato, come se fossero stati uomini e donne dilaniate. Ovviamente, l'agitazione prima palpabile si tramutò in orrore che si contrasse rapida come una malanno nell'aria.
    Fu spassoso, potevi leggere il terrore negli occhi di chiunque. I Golia e l'occhiuto, più qualche essere dentro le carovane, sembravano essere gli unici che avessero mantenuto un po di tranquillità, ma erano pochi, troppo pochi.

    "Calma! CALMA! Non è accaduto nulla... Torniamo indietro! E pronti con i fucili." Disse ad alta voce Occhiuto, ma sembrava urlasse da quanto i nervi erano a fior di pelle di tutti.
    Così la carovana cigolò con le ruote che ora dovevano essere spinte e non trascinate dagli animali che, nel mentre, erano stati drogati con sostanze fatte in casa per evitare che finissero imbizzarriti. Ma le rocce si erano fatti più appuntite, e puntavano alle ruote, come dei blocchi per evitare di retrocedere. Un paio di ruote si frantumarono sui denti rocciosi producendo schegge e un rumore tonfo e potente! Diversi carri della carovana erano fermi, e la stessa sorte rischiava agli altri rimasti integri.
    L'ansia stava toccando le stelle mentre strane risate circondavano gli alberi, e le colline limitrofe, lontane ed inquietanti.

    Molti fissarono Occhiuto che caricò il fucile.
    Puntò verso i Golia. "Voi, in avanscoperta, fra gli alberi!"

    Guardò chi, seppur con fastidio, doveva proteggere e guidare.
    "E voi, preparate un campo, stasera restiamo qui mentre ripariamo i carri rotti."

    "Ah! Bell'inizio questo!" Brumon, rideva di gusto.

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    Edited by Yassin-iasso Al Mobaslat - 10/3/2019, 20:02
     
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    Verge seguì Brumon in cima alla carovana, occhi spenti e diffidenti quelli della gente che li vedeva passare, occhi di chi è già morto da tempo, eppure ancora cammina.
    Ma che cazzo di carovana ho preso? Un carro funebre?
    Da come li guardava il suo fratello Golia, non ci volle molto a capire che la pensava come lui su questi poveracci.
    Una volta arrivati, Brumon iniziò a spiegare a Verge qualche base delle loro tradizioni, ancora innervosito dal fatto che quei bastardi schiavisti lo avevano derubato dei suoi diritti di nascita.
    CITAZIONE
    Non so di che clan tu sia

    Heh, magari lo sapessi io, amico.
    CITAZIONE
    Ma tutto inizia per tutti con la stessa cosa.
    Tutti ringraziano l'acqua e tutti la temono.
    Tutto deriva dal mare.

    Quando lo incontri salutalo e, se puoi, rendigli omaggio.

    Arrabbiati piuttosto che ignorarlo, lui sa che tu esisti ed è inutile mentire a se stessi.

    Porgigli la mano del gigante, per farti riconoscere.

    Questo è il Tarik ishtar.

    Sapeva che i Golia rispettavano il mare, ma viaggiando nelle zone più desertiche dell'Est, per quanto suoni triste, lui non riuscì mai a vederlo prima di liberarsi dalla sua schiavitù
    Adesso che lo so, se mai riuscirò a vedere di nuovo il mare, sarà la prima cosa che farò.
    Puntò lo sguardo in un punto non definito lungo la strada, bocca ricurva a imitare un flebile sorriso.
    Non immaginavo che sapere qualcosa della mia razza mi avrebbe reso così felice...e calmo.

    Presto, l'atmosfera della carovana si fece molto più cupa, eppure alcuni bambini si muovevano e giocavano come se nulla fosse.
    Beati loro che ancora non sanno cosa li circonda.
    Sbuffò.
    Non è così che si cresce qualcuno in questo mondo di merda, non quando devi prendere carovane come questa.
    Questa situazione non gli piaceva, era la tipica calma prima della tempesta e a lui non piacevano le tempeste in un posto dove PIOVEVANO LETTERALMENTE radiazioni. Mentre si guardava intorno, una cosa raccapricciante rapì la sua attenzione: un uomo deforme che si masturbava leccando una lucertola, mentre una poveretta con collare gli massaggiava le spalle.
    Verge si trattenne per puro miracolo dall'andare da lui per sventrarlo, forse gli faceva troppo schifo l'idea di coprirsi col suo sangue, o robe del genere, in ogni caso aveva i nervi evidentemente a fiori di pelle.
    Lurida faccia di merda. Se ci scappa l'attacco, farò in modo di farti sbranare da qualunque cosa ci sia!
    Venne richiamato nel mondo dei vivi da un'esclamazione di Brumon nei confronti delle guardie.
    CITAZIONE
    Nessuno, nessuno di loro merita la vita. Se la terra se li prende, ne sarò felice!

    Non poteva che essere d'accordo, tutti malati e assolutamente incapaci di compiere il loro lavoro, tanto meno di sopravvivere al Nuovo Mondo in quelle condizioni, che cosa cazzo ci facevano ancora vivi?
    Presto la vegetazione e le rocce si infittirono, la sera incombente divenne più pesante sugli occhi di tutti e presto urlarono di accendere le torce, ma prima ancora che potessero farlo, uno di loro sparò ai piedi di un albero, causando la fuoriuscita di gemiti e urla strazianti come se fosse vivo.
    Huh, questo ancora non lo conoscevo.
    Tutti nervosi e terrorizzati, ma Verge e Brumon venivano da una parte più dura del mondo, ci voleva ben altro per spaventarli.
    Tornare indietro era fuori questione, le rocce che prima non presentavano alcun problema, ora erano un ostacolo mortale per la carovana, le guardie, "teoricamente" simbolo di sicurezza, ora erano nel panico quasi quanto i civili...insomma, i due Golia erano gli unici davvero tranquilli.
    Il tizio pieno di occhi, caricò il fucile e puntò i due, ordinandogli di andare in avanscoperta.
    Se lo fa un'altra volta, gli ficco il fucile nel culo.
    Verge tirò fuori la spada, la fece roteare nella mano sinistra e la poggiò sulla spalla, poi si voltò verso Brumon.
    Se tutto va bene, potrei scoprire il tuo nome prima del previsto, che ne pensi?
    Sorrideva, aveva proprio voglia di un po' di azione.

    Trasporto in [P]
    [P] Borraccia

    2x Cinghia a tracolla:
    [P][P][P] Bababrum!!!
    [P][P][P] Spadone del tiranno
     
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7 replies since 26/11/2018, 20:57   175 views
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