6.0 The Choice

La caduta nel vuoto sembrava non avere mai fine, finché un tonfo sordo e un brusco impatto contro una superficie liquida non pose fine a quel volo. Muur vide la superficie liquida solo all'ultimo momento, cercando di raggomitolarsi per attutire in qualche modo l'impatto. Proprio come un gatto gettato in una vasca da bagno, il meta-felino riemerse da quel liquido annaspando selvaggiamente come se rischiasse la vita da un momento all'altro, per poi rendersi ben presto conto che il fondale non era poi così lontano dai suoi piedi.

<Fanculo!> ringhiò Muur dimenandosi e cercando di riprendere fiato. Una volta certo del fatto che non rischiasse di affogare, il mutante si calmò, cominciando a guardarsi intorno per capire dove fossero finiti. Sembrava come un'enorme vasca buia di freddo metallo, pieno di quel liquido che sembrava essere acqua, almeno all'apparenza. In alto, sopra le loro teste, si distingueva quasi appena, il "buco" da dove erano precipitati. Non era facile distinguere altri dettagli.

Solo a quel punto, Muur si preoccupò della sorte dei compagni; Rollo cominciò a blaterare qualcosa, quindi era ancora tutto intero. Di Efram invece non c'era nessuna traccia.

<Dove diavolo è finito Efram?> latrò a gran voce Muur, rivolgendosi a Rollo come per intimargli di cercarlo.

Muovendosi verso la riva, Muur notò un'altro punto di accesso, o magari una via d'uscita, con un po' di fortuna; sembrava un grande portello di metallo, circondato ancora una volta da quelle strane venature.

<Siamo precipitati in una specie di enorme vasca. Forse vedo un modo per uscire da qui. Mi avvicino per controllare.> disse il mutante, avviandosi a grandi passi verso la grande porta di metallo sulla riva.

Anche Efram rispose imprecando mentre riemergeva da quelle scure acque; dunque erano ancora tutti e tre interi, per il momento. Ma non c'era tempo per concedersi un po' di riposo o delle cure mediche: era ben più importante capire in che razza di luogo fossero precipitati e soprattutto, se esistesse una qualsiasi via d'uscita da quella specie di pozzo oscuro e dall'odore nauseabondo.

A proposito del tanfo che infestava l'aria rendendola quasi irrespirabile, la puzza sembrava aumentare ad ogni passo che Muur compieva nella direzione che aveva deciso di perlustrare. Allo stesso tempo, le venature sulle pareti si fecero più grosse e nitide, rivelando una natura pulsante e viva probabilmente di origine organica. Era come se si trovassero all'interno di un gigantesco stomaco di un enorme essere vivente. Dovevano solo sperare di non essere il prossimo pasto di quella cosa.

Avanzando ulteriormente nell'oscurità pressoché totale per indagare più a fondo, il tanfo si fece quasi insopportabile, tanto che a stento Muur riuscì a trattenere un paio di conati di vomito. Ma la cosa peggiore fu la "cosa" che si trovò di fronte seguendo le venature pulsanti: i resti deformi e putrescenti di una figura un tempo umana, che di "umano" ormai aveva solo il volto deforme, mutato e mostruoso, come se fosse stato assorbito da quella stessa putrida forma biologica dall'aspetto alieno.

Lo spettacolo era raccapricciante e di certo degno dei peggiori incubi di un normale essere umano, ma forse non per un catalizzatore di mutazioni, il quale sembrò mostrare i denti affilati con una specie di ghigno compiaciuto. <Interessante...> sussurrò scrutando l'orrida deformità inumana.

La testa della massa informe si mosse appena, emettendo un fetido rantolo di morte, di un odore così forte e nauseabondo da costringere i muscoli dell'esofago di Muur a contrarsi e rigettare il contenuto dello stomaco.

<Che schifo!> ringhiò Muur sputando violentemente a terra e ripulendosi la bocca con la parte superiore dell'avambraccio.


Muur non rispose immediatamente; un po' per riprendere fiato e non rimettere di nuovo e un po' anche per ponderare una risposta.

<Siamo viaggiatori. Chi... Cosa sei tu, piuttosto! E che razza di posto è mai questo? >

La luce diede a quella cosa, qualsiasi cosa essa fosse, un aspetto ancora più disgustoso e mostruoso se possibile, evidenziando le venature e le contorte interiora che pulsavano lungo tutto quel corpo informe e deturpato dalla sconosciuta mutazione. Dal punto di vista scientifico, era interessante notare quanto un agente mutageno potesse prendere il sopravvento nel tempo, fino a distruggere e fondersi indissolubilmente con quello che un tempo era stato l'organismo ospite.

Muur non aggiunse altro alle parole di stupore dei compagni, limitandosi a studiare la strana creatura. Il mutante non contraddì nemmeno la proposta lanciata da Rollo alla creatura.

<Già.. Come usciamo da qui? Non possiamo tornare indietro, anche perché ci siamo imbattuti in una strana creatura metà macchina...>

Muur mostrò le fauci in una specie di sorriso affilato, continuando a dimostrare un malato interesse per quella antica creatura.

<Se ci aiuterai a uscire da qui non ti faremo alcun male.> ringhiò Muur, con un eco di minaccia nelle sue parole. Il mutante fece quindi cenno con una mano a Rollo di abbassare il fucile verso il basso.

<Lo abbiamo conosciuto il guardiano.. Ma guardiano dell'ingresso di cosa?>

Muur si sporse in avanti, mettendo in bella mostra gli artigli e le protuberanze ossee con fare intimidatorio.

<Cosa ha di tanto speciale questo posto per poter meritare un guardiano?>